Napoli è sempre più d’azzurro dipinta. Il colpo d’occhio cromatico della città non lascia dubbi: agli intensi e pastosi azzurri del cielo, del mare, del Vesuvio, ora si è aggiunto il ‘rivestimento’ dei vicoli, delle piazze, dei negozi. Un’orgia d’azzurro che rimane impressa nella retina, non solo percorrendo le vie della città ma anche sorvolandola, prima di atterrare a Capodichino. E il cuore azzurro palpita sempre più forte, ove si pensi che le manifestazioni di tripudio per il Napoli che fa sognare, sono lievitate in maniera esponenziale nelle ultime settimane. Diciamo che il ‘ la’ è arrivato dalla vittoria sul Milan, ma con Villareal e Inter si è giunti all’apoteosi.
ESAGERAZIONE – Tutti parlano con tutti di quello che si sta ‘ fidando’ di fare la Mazzarri- band. Ma così si rischia di sconfinare nell’esagerazione? Giriamo la domanda a chi di dovere, cioè ai tifosi. «Sì, ma dai, esageriamo pure . . .». Nico ha 46 anni fa l’autista ed è appena uscito da Peppino, famosa pescheria di Antignano. Manco a farlo apposta tutta dipinta d’azzurro. «Nei sogni si sa, spesso si esagera, però ci sono delle realtà evidenti a tutti. Siamo secondi in campionato e messi benissimo nella classifica Champions. Allora per me è lecito sognare, e poi questi sogni li abbiamo repressi a lungo nei molti anni di purgatorio tra la B e la C» .
PANNI STESI – Sono riapparsi numerosi i drappi ai balconi, come e più di quelli di maggio, quando s’era fatto un pensierino allo scudetto. A Toledo c’è un Vicolo Monte Poveri Vergognosi, numerose sono le bandiere e le sciarpe esposte, qualcuna tra i fili che uniscono balconi opposti. «Abbiamo perso la tranquillità . . . » , sorride una signora di mezz’età mentre stende il bucato al primo piano « qui tra marito e figli non si capisce più niente, nella lavatrice è quasi tutto azzurro, dalle sciarpe, alle magliette ai calzini. Questa è una malattia, ma nessuno vuole guarire».
Persino sulle impalcature di palazzi in ristrutturazione sventolano le bandiere della fede. Al Vomero come alla Doganella e a Santa Lucia, nei molti cantieri disseminati, spicca l’azzurro a ravvivare il grigio dei metalli e dei materiali. La più gettonata è quella con la scritta: ‘supertifosi al 100%’. A piazza Municipio verso il porto c’è la piccola casbah delle bancarelle.
«Meno male che il Napoli va . . . almeno una cosa buona in questa città dove tante cose non funzionano» . Tonino, pensionato e ambulante, tira fuori da uno scatolone tutto quello che ormai fa cassa. «Le sciarpe vanno fortissimo ma adesso si vende di tutto: manifesti a lutto, pastori, calendari, piatti e bicchieri con i volti dei ‘ santini’ azzurri. Il Napoli fa business e sono sicuro che andando avanti i napoletani s’inventeranno qualche altra diavoleria » .
I PASTORI – E’ il re dei presepi a Napoli, Genny di Virgilio con la sua bottega a San Gregorio Armeno (dal 1830), si diverte a riprodurre in scala ridotta anche i personaggi dello sport e dello spettacolo. « Ho appena consegnato un tamburo a Manuela Arcuri, ma sono i calciatori ad impazzare, che ve lo dico a fare. .. » . Cavani braccia al cielo, Lavezzi senza maglia, Hamsik che si liscia la cresta, Inler con la maschera del leone, Mazzarri che saluta la curva con il cuoricino ‘I Love You Napoli’, De Laurentiis che lancia sguardi compiaciuti. C’è di tutto e di più:
«Dopo ogni vittoria è automatico l’assalto alla bottega: vogliono la statuetta di chi ha segnato, i tre tenori su tutti. Sono in allestimento alcune novità da mettere sul Presepe, manca ormai poco al Natale e proprio in quel periodo conto di incontrare qualche giocatore per omaggiarlo di una mia creazione. Ho già in mente chi, ma non lo dico per scaramanzia » .
BAR STRACULT – Azzurro, sempre più azzurro: nel bar Forza Napoli 1926, dello sfegatato Nicola Nasti è il colore predominante, e non solo. Soprattutto quando il Napoli vince, i tifosi della zona e non, si riversano in Via Salvator Rosa 298 per sorseggiare il ‘ caffè Lavezzi’ e commentare le gesta degli eroi. Ma questa non è solo una prerogativa del Pocho poiché ciascun azzurro ha un caffè dedicato. Camerieri rigorosamente in cravatta azzurra, poster e gigantografie, solo la toilette non rispetta la regola cromatica. Lì i colori ci sono tutti, ma solo quelli delle avversarie del Napoli. Una mattonella per ogni stemma…
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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