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Napoli-Chelsea, è la sfida di Hamsik e Lavezzi

“E tu, tu napoletano, tu meridionale non sarai mai quello che potresti essere se non imparerai a credere in te stesso”.

E’ su una nuvoletta l’ardito enunziatore di questa frase. Aveva settantacinque anni e una ventina di libri sulla soma di antico studioso delle cose di casa sua.

La frase mi è venuta a mente dopo aver assistito alle esibizioni dei tanti napoletani sparsi per il mondo: Nocerino e Borriello, Cannavaro e Stendardo, Criscito e Bocchetti,  Di Natale e Floro Flores, Ciccio Lodi oltre a Sannino e Montella. Ho pensato a Insigne ed Immobile, a Raffaele Maiello e Camillo Ciano.

E tu, tu napoletano, tu meridionale non sarai mai quello che potresti essere se non imparerai a credere in te stesso”

Stesso ragionamento all’incirca per Insigne. Ora quello che maggiormente sbigottisce è lo stupore di quei giornali che certo non hanno aiutato e non aiutano molto Insigne ma nemmeno Izzo e De Vena a guadagnarsi il pane da titolare nel Napoli.

Per fortuna attenua la nostra irritazione di napoletani prima e quindi di sudisti, il campionato. Firenze percorsa da un tremito. Con tre botte splendide la questione con la Viola risolta.

Spiace molto, però, che ti vengano a riferire di un comportamento da parte dei fiorentini spocchioso e, in qualche spunto, molto discutibile.

Napoli non insultò i fiorentini quando capitarono dalle parti del San Paolo. E allora viene voglia di insuperbire come certo non gradiamo, per la vittoria raggiunta. Sottolineando la quantità e la qualità del successo.  Viene anche voglia, mentre la nazionale s’accinge a prepararsi per gli Europei, di ritornare per qualche opportuno chiarimento. Senza star lì a decifrare il sesso e l’anagrafe, ma opportunamente sottolineando la prestazione di Cannavaro, sceso in campo e protagonista di una gran partita. Che poi Prandelli voglia ignorare di poter convocare il migliore stopper del campionato di serie A, bè questo è qualcosa che si sapeva. Al tecnico di Orzinuovi ci piace ricordare più di tutti Antonio Di Natale, uno dei migliori attaccanti degli ultimi tempi ed anche Ciccio Lodi che sta facendo grandi cose a Catania.

Naturalmente non si manca di segnalare, come merita, la parte eseguita a Firenze da Lavezzi ed Hamsik. Ohibò, non potevano certo essere già morti!

Ed ecco rinascere, al freddo di Firenze, le speranze annacquate da tutti, meno che le nostre che mai annacquate sono state, ma piuttosto sempre vive. Ecco la samba e il tamurè.

Il giovane – vecchio Napoli non balla né la samba, né altro. Ritrova solo i suoi punti di riferimento offensivi. I centrocampisti giocano e riescono a “vedere” gli attaccanti. Hamsik, convince, specie Mazzarri, probabilmente proprio per la buona abitudine che ha di rispettare la posizione. Un centrocampista deve  sempre sapere dove indirizzare il pallone. Diversamente è costretto al palleggio insistito e all’avanzata, inopportuna. Sguarnisce la sua zona. E’ costretto a recuperi che non sempre riescono. Non raramente l’avversario punisce. L’attacco napoletano è sempre più solcato dal razzo Lavezzi. Offre i richiesti appoggi.

Firenze stimola reazioni che trascurerei, sinceramente. Il campionato ha ancora 14 domeniche da “attraversare”. Solo quando saranno state attraversate tutte…sapremo. Il nostro computer, ecco, tanto per fare un esempio garantisce che la Juventus arriva prima. Il Napoli, invece, se la dovrà vedere in spareggio, sul filo di lana, con l’Inter. Secondo, il Milan.

E allora? Vedremo Cavani “crossato” da sinistra, da Hamsik e cercato da destra da Lavezzi? Probabile. E Pandev riuscirà a trovare una sua collocazione precisa, nell’attacco partenopeo? O continueremo a spostarlo da destra, a sinistra, avanti, indietro con il pericolo di nuocergli come nessuno certo desidera? Ecco a questi interrogativi dovrà rispondere la sfida con il Chelsea ed alla ripresa del campionato che guarda caso, sembra ancora favorevole al Napoli. Domenica arriva l’Inter, in condizioni fisiche, morali ed atletiche pessime. E’, comunque, sempre un’insidia. Diffidare è meglio. Vincere è obbligatorio.

NANDO TROISE

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