La coppa Italia ci ha regalato belle emozioni. Qualcuno è esaltato, qualcuno depresso e probabilmente anche molto innervosito, per non dire peggio. E allora cominciamo dai delusi. Soprattutto il Napoli. Che infatti andrà in ritiro perché De Laurentiis è più che innervosito. Imbufalito. Perché se la Fiorentina ha vissuto una serata di blackout contro una Juve che anche con le “riserve” in campo ha dimostrato di essere un passo avanti agli altri, il tonfo del Napoli è stato accompagnato dai fischi sonori. Sembra respirarsi uno scollamento fra il progetto di Benitez e la piazza. I risultati che non arrivano in campionato, il secondo obiettivo stagionale che salta, il futuro ancora incerto. Incertissimo. E anche i fischi possono avere un’incidenza sul futuro dell’allenatore spagnolo. Se prima c’erano dubbi, se il colloquio con De Laurentiis (previsto entro aprile) tarda ad arrivare, se i rumori di mercato raccontano di un Napoli alla ricerca nel casting dell’allenatore per la prossima stagione evidentemente ora tutto questo non può non interferire ancora di più. E’ vero: manca l’Europa League. E la vittoria in Europa spalancherebbe la porta della Champions. Quindi tutto ora passa dal campo che Benitez preferisce: l’eliminazione diretta. Anche se dirlo oggi sembra una presa in giro. L’Europa League è tutto per il Napoli. Soprattutto per il futuro. I nomi? E’ tutto una grande nebulosa, visto che molto (o tutto) dipende dall’allenatore. Benitez ha le sue idee, vorrebbe imporle anche (eventualmente) per la prossima stagione con un solo anno di contratto. Magari per non sentirsi vincolato anche per troppo tempo. Ma cosa risponderà De Laurentiis? Il presidente in passato ha saputo gestire situazioni molto complesse con grande autorevolezza e tirando fuori proprio il nome di Benitez. Ci aspettiamo ancora una volta un suo intervento del genere. In questo momento il Napoli deve lavorare su due binari: cercare di svoltare la stagione (e quindi appoggiare in tutto e per tutto Benitez) e allo stesso tempo garantirsi il futuro senza accumulare ritardi (o indecisioni). Un bel problema.
Quanto alla Fiorentina la situazione appare sinceramente diversa. Intanto la stagione viola non è aveva gli stessi obiettivi del Napoli. E poi anche la Fiorentina è ancora in corsa per l’Europa League. E’ vero anche che però Montella (per motivi opposti a Benitez) potrebbe andar via. Piace a molti (Napoli compreso, senza dimenticare il Milan, se dovesse arrivare Bee), non ha la frenesia di andarsene, chi lo vuole deve tirar fuori 5 milioni di clausola. Ma il progetto viola ha una continuità. Non ci sarà Macia (ufficiale al Betis), una delle anime di questa Fiorentina. Molto probabilmente rimarrà Pradé, “l’altra metà”. Chi ha vinto gode, com’è giusto che sia. La Juve sogna addirittura il triplete (mai porre limiti alla provvidenza), la Lazio è la dimostrazione che con la programmazione si può arrivare lontano. Pazienza e anche un po’ di fortuna. Ma la fortuna aiuta gli audaci. E Pioli, a suo modo, lo è. Felipe Anderson la sorpresa assoluta. Lulic l’uomo da celebrare (da ormai un paio d’anni, evidentemente!). La Lazio riesce a comprare (quest’anno meno a vendere) e ha un disavanzo (da bilancio) di neanche 15 milioni. Ampiamente sostenibile se arriva un trofeo (magari condito dall’accesso in Champions). Discorsi completamente diversi per le milanesi. Ormai ne parliamo da mesi. Sia da parte interista che da parte milanista di cose da fare ce ne saranno da fare tantissime. Molti punti interrogativi. Più in casa rossonera in questo momento. Si avvicina fine aprile. Ovvero il momento in cui mister Bee verrà in Italia per parlare con Berlusconi. Sembra lui nettamente in vantaggio sugli altri pretendenti al trono rossonero. E ieri, alla presentazione del libro di Sacchi, prove di abbracci fra Galliani e Maldini (designato come direttore generale con l’eventuale nuova proprietà). Chissà che al di là dell’educazione e della forma non sia anche un disgelo in vista del futuro. Intanto, sempre alla presentazione di un libro (quello di Marianella) Mancini ha cercato di fare luce sul futuro dell’Inter. Si dice che se non sia accontentato possa lasciare per la seconda volta l’Inter. Avendolo visto (e ascoltato) da vicino, la sensazione non è quella. Sarà l’aplomb inglese, sarà la capacità acquisita di sdrammatizzare (ma anche di comprendere a fondo) il momento decisamente negativo, ma comunque la figura di Mancini è ancora una figura di garanzia. Quindi sicuramente ci saranno delle cessioni eccellenti (Handanovic e Kovacic in questo momento i maggiori indiziati, uno fra Juan e Ranocchia, naturalmente al prezzo giusti e attenzione ad Icardi??), ma sarà necessario continuare sull’idea e il prestigio del Mancio. Jovetic, Ayew, Touré e difensori. Ora è momento di riflessioni profonde, ovunque. In tutta Italia. Ma a Napoli, di sicuro, un po’ di più…
Fonte: tuttomercatoweb.it
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