La rabbia, l’orgoglio: poi quando s’è spenta (definitivamente) la luce e l’ultimo refolo di speranza è volato via dal “nido d’uccello”, la tensione s’impenna, decolla ed il Napoli sprizza la sua ira da tutti i pori. La scelta dolorosa e sofferta danza in quel ch’è stato – appena quattro anni fa – il tempio di Olimpia e De Coubertin viene spazzato via con un colpo d’ala che induce alla perplessità, che sprigiona pathos e che però viene ritenuta l’unica reazione possibile: niente premiazione, un gesto clamoroso che non ha precedenti, una frustata al protocollo, alla leggi etiche dello sport ma non alla ipocrisia. Fuori Pandev, poi fuori Zuniga e con lui Mazzarri: non c’è partita, oramai, ma soltanto il desiderio di capire e di decidere, di verificare in diretta (pardon, con il replay) gli episodi chiave che destabilizzano l’umore di De Laurentiis in tribuna, quello di Bigon ormai da solo a bordo campo, quello d’una squadra che tace ancor prima di scendere in silenzio stampa, altrimenti ne avrebbe di cose da dire, mentre le medaglie stanno per essere portate in campo. «Si rientra negli spogliatoi» .
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.
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