Da 36 giorni il Napoli non vince in campionato. Per Mazzarri, da quando è qui, c’era stato un periodo di astinenza più lungo nel girone di ritorno del 2010: recuperò e guidò gli azzurri fino all’Europa League. La squadra ha frenato dopo aver conquistato la qualificazione agli ottavi di Champions: si è inceppato un meccanismo, più mentale che fisico. Sembrava che il Napoli si fosse rilanciato con i nove gol al Genoa e al Palermo, invece ha nuovamente rallentato e peraltro in un ciclo di partite con coefficiente di difficoltà non elevato. L’allenatore chiede un segnale forte stasera contro il Chievo, proprio la squadra che ha sottratto più punti al Napoli nelle ultime stagioni: tre sconfitte con i veronesi, l’ultima al Bentegodi causata dalla leggerezza di Mazzarri, che sopravvalutò le risorse a disposizione e schierò ben sette riserve.
Anche al San Paolo c’è il turnover, ma contenuto. Un po’ per obbligo, perché Cannavaro è squalificato, e un po’ per scelta, perché vi sono azzurri affaticati. Con titolari o seconde linee c’è l’esigenza di tornare alla vittoria per evitare che la fase di difficoltà si trasformi in crisi. Mazzarri, che non è un esteta del pallone, chiede i tre punti a tutti i costi. Giocando bene o giocando male, con un colpo di fortuna o con una prestazione vigorosa. Lui e tre leader della squadra (Cannavaro, Maggio e De Sanctis) hanno rivolto un appello ai tifosi affinché comprendano il momento e non fischino, almeno durante la partita.
Il Napoli vuole mettersi alle spalle le ombre, i dubbi sull’efficacia del gioco (Gargano ha ammesso che gli avversari conoscono ormai la tattica e si adeguano: non a caso Di Carlo ha studiato una modifica all’assetto del Chievo, pensando alla difesa a cinque) e sulla qualità delle scelte di mercato, la flessione fisica e mentale, apparsa evidente nelle ultime settimane. La squadra vuole ritrovare il coraggio, la corsa, la personalità, la forza dell’attacco e la solidità della difesa: tutti quegli elementi che formano il profilo di un gruppo che ha saputo conquistare posizioni di élite prima in Italia e poi in Europa.
Il distacco dal terzo posto, occupato dalla Lazio del caro e vecchio amico Reja, è marcato. Tuttavia, in attesa del risultato della Roma (gioca stasera a Siena), le sconfitte di alcune squadre di vertice nell’ultimo week-end possono ridare fiato alle speranze del Napoli di abbandonare il settimo posto e rientrare nel giro delle coppe. Udinese e Inter hanno perso in casa, il Palermo e il Genoa – le squadre che sembravano essere state rianimate da Mutti e Marino – sono finiti ko a Cagliari e Catania. Tutto può ancora accadere, a patto che il Napoli immagini i ragazzi di Di Carlo forti e quotati come quelli di Villas Boas, l’allenatore del Chelsea. I Blues sono più degli azzurri nella bufera: Abramovich non fa sconti a differenza – almeno al momento – di De Laurentiis.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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