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Napoli-Catania, in casa dell’avversario

Dopo quasi un anno solare torna il campionato di domenica alle ore 15 allo Stadio S. Paolo. È di scena il “Derby dei Vulcani” così come definito da Radio Marte questa settimana. Un derby di tutto rispetto, non solo per la posizione di classifica occupata dai siciliani che proprio domenica scorsa hanno raggiunto l’Inter a quota 41 punti, in forza del successo contro la Lazio, ma anche per il valore intrinseco della stessa squadra che ha saputo esprimersi ad ottimi livelli nel corso di tutto il campionato, specie nel girone di ritorno, nel quale è seconda quanto a punti fatti. Due le vittorie contro formazioni titolate: l’Inter, alla quale ha strappato ben 4 punti, e lo stesso Napoli nella gara d’andata. Al Massimino lo 0-1 giunto a bruciapelo al primo minuto ad opera di Cavani fu ribaltato con personalità, e con una gara disputata con ordine.

Riflette l’undici rossoazzurro il carattere grintoso del suo allenatore, quel Vincenzo Montella, romano, anzi romanista di adozione ma nativo della provincia di Napoli, precisamente di Castello di Cisterna, stesso comune di origine di Di Natale, appena incontrato nel posticipo a Udine. Il tecnico catanese ha compiuto un bel salto di qualità all’ombra dell’Etna, risultando attualmente molto corteggiato in serie A, anche se Pietro Lo Monaco ha abbondantemente smentito trasferimenti ad un altro club, spendendo nel contempo  parole di elogio per il trainer, ma affermando anche: “Sbaglierebbe ad andar via. Deve ancora fare le giuste esperienze”. Il dirigente catanese (zio della étoile della danza Eleonora Abbagnato, moglie del nazionale rosanero Federico Balzaretti) ha anch’egli origini partenopee essendo nato a Torre Annunziata, pur avendo, però, sempre vissuto e lavorato in Sicilia. Negli ultimi tempi ha trovato una certa eco un presunto dissidio con il presidente Pulvirenti, con susseguenti voci di un interesse dell’Inter e di altre squadre nei suoi confronti. E’ stato accostato anche al Napoli, ma il ds Bigon è vicino a rinnovare il contratto per tre anni.

Anche in questo caso è arrivata, pronta, la smentita del club, concomitantemente alla notizia di un abbraccio pubblico tra i due all’allenamento a porte aperte. Il Catania spera fortemente, dunque, in un piazzamento europeo, spronato da Pulvirenti: “Il sesto posto dev’essere uno stimolo per continuare a far bene. Forte, dunque, della sua settima posizione in classifica, seppur divisa con l’ Inter, i rossazzurri giocheranno a viso aperto al S. Paolo, così come palesato dallo stesso direttore sportivo Pietro Lo Monaco: “Vogliamo dare filo da torcere al Napoli”. A dargli idealmente man forte il difensore Spolli: “Sappiamo giocare a calcio, tenendo la difesa alta per mettere in difficoltà gli avversari e lo faremo anche al S. Paolo.”

Intanto già nella sessione d’allenamento di ieri si è riaggregato al gruppo il centrocampista argentino Almiron, pedina fondamentale per Montella, mentre Motta, Biagianti e Llama (una contusione per lui) sono ancora da valutare. Bergessio, autore del gol decisivo all’andata ha segnato una doppietta in allenamento; a rete anche l’argentino Barrientos, desideroso di giocare in compagnia del Pocho Lavezzi, del quale è un fervente ammiratore: “Per lui è come un fratello di sangue” – parole del solito Lo Monaco. A centrocampo Francesco Lodi, napoletano, l’uomo con il quale Montella sembra aver trovato una sorta di quadratura del cerchio. Dichiara di andare molto d’accordo con i suoi compagni argentini: “Sono come noi napoletani e ci intendiamo anche linguisticamente” Anche in Sicilia     si ricompone il binomio sperimentato: Napoli e Argentina.

E a completare una linea d’attacco che parla castigliano ecco la presenza di Alejandro Gomez. “El Papu”, soprannome del numero 17 etneo, è infatti, di Buenos Aires e da buon argentino dichiara: “È sempre un’emozione scendere in campo su quel terreno di gioco dove Maradona ha fatto grandi cose; è uno “stadio carismatico” come dice anche Marchese. Il S. Paolo è dunque nell’immaginario collettivo non solo di chi veste la maglia azzurra ed il suo fascino colpisce ancora”.

Maria Villani

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