L’anticipo di campionato del venerdì riserva al Napoli non poche insidie, che almeno in apparenza prescindono il discorso strettamente tattico. Il Cagliari di Ballardini è squadra che non manca di qualità individuale, ma farà valere soprattutto le proprie motivazioni, di fronte a un Napoli che deve scongiurare il rischio di pensare troppo all’Europa.
NAPOLI CONCENTRATO – In verità lascia il tempo che trova la congettura che gli Azzurri possano pensare troppo a mercoledì: proprio prima della gara di andata contro il Chelsea, vincendo in campionato a Firenze, hanno dimostrato come non sia legittimo ipotizzare distrazioni causate dagli impegni più prestigiosi. Assunto dunque che non è previsto alcun difetto di concentrazione, e sperando che tutti i nazionali del Napoli siano ormai riusciti a smaltire il carico di lavoro in eccesso accumulato la settimana scorsa, i problemi di resa in campo potrebbero derivare invece dal confronto fra le due squadre in merito a stimoli e motivazioni.
LE MOTIVAZIONI DEL CAGLIARI – La rivalità fra le due società, è noto, è più accesa a partire da quel Cagliari-Napoli in cui Lavezzi scaraventò un pallone su Allegri. Ma tornando ai giorni nostri, il vero propulsore del Cagliari è la classifica fattasi improvvisamente scomoda, tanto più dopo le sconfitte consecutive contro due squadre impegnate nella lotta-salvezza, Lecce e Siena. Attenzione dunque alla carica agonistica e al vigore atletico dei sardi, bisognosi di punti. Uniti alla tecnica individuale non indifferente di alcuni dei suoi uomini – oltre i nomi noti Cossu e Conti, sono in crescita Thiago Ribeiro e Ibarbo – questi fattori potrebbero creare difficoltà a Mazzarri, che farà bene a impostare una partita di personalità e possesso palla, da gestire con calma e precisione, anche per non consentire il contropiede agli avversari. Che, al di là di tutto, cercheranno di sorprendere il Napoli piuttosto che riversarsi incautamente in avanti.
GIOCARE DA NAPOLI, CON AUTORITÀ – Anzi, il pericolo maggiore è che la partita prenda la piega della prudenza, dato che ai rossoblù di Ballardini un punto non sarebbe affatto indigesto. Mazzarri dovrà cercare ordine tattico ed equilibrio ma anche, come detto, una certa autorità nella costruzione del gioco. Sarebbe importante chiudere il primo tempo in vantaggio in modo da amministrare meglio le energie senza troppi patemi. A tale scopo, si direbbe che il 4-3-1-2 del Cagliari offra una certa penetrabilità lungo le vie centrali e si presti alle incursioni di Hamsik e Lavezzi, ultimamente molto più produttive delle discese dei laterali sulle fasce. Niente di meglio, dunque, che continuare sulla lunghezza d’onda su cui il Napoli ha viaggiato nelle ultime settimane. Dossena e Zuniga (Maggio sarà con Cavani in panchina per turnover) dovranno cercare il dialogo da vicino con Lavezzi e Pandev per favorire triangolazioni, anziché tentare i soliti cross telefonati da fondo campo. Queste le probabili formazioni:
IL PERICOLO – Ma attenzione a Cossu: il problema del trequartista avversario è quello che finora Mazzarri è riuscito di meno ad arginare. Gargano dovrà dare una mano in copertura e rincorrere l’avversario dalla corporatura e dalla velocità simili: sarebbe troppo rischioso chiedere a Cannavaro di uscire e giocare più alto, lasciando solo De Sanctis alle sue spalle.
Lorenzo Licciardi
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