Il calendario sfalsato della Coppa Italia sposta il turno di campionato del Napoli a lunedì: il posticipo d’inizio settimana propone un nuovo impegno al “San Paolo” e ancora contro una cosiddetta “provinciale”, dopo le difficoltà di coppa emerse contro il Cesena, a ribadire come quest’anno la squadra di Mazzarri proprio non riesca a imporsi con naturalezza sulle squadre sulla carta inferiori.
Le congetture sul limite più ricorrente di questo Napoli 2011-2012 sono state innumerevoli fra addetti e non addetti ai lavori. Ma per stessa ammissione dei protagonisti, Mazzarri compreso, al di là di ogni valutazione tecnico-tattica il problema è stato spesso prima di tutto mentale, di approccio alla partita: nell’ultima uscita il Cesena ha sì ben figurato, ma al di sopra dei propri meriti per demeriti del Napoli. Di fronte ad avversari abbordabili, la squadra troppo spesso scende molle in campo, deconcentrata, più di tutto sembra mancare di grinta e cattiveria. Quella che sfodera nei match di prestigio o nei momenti di difficoltà. L’aspetto psicologico è parte fondante dell’opera di un allenatore (Mourinho docet) e Mazzarri, che di carattere ne ha da vendere, deve ancora lavorarci molto. Ma chiaramente non è tutto: un altro elemento cruciale perché una “grande” sia tale e lo dimostri in campo è il possesso palla. Senza scomodare di nuovo la Spagna con esempi illustri, è facile notare come le big che sono in grado di gestire bene il pallone – quest’anno lo fa molto bene la Juve, specie grazie all’arrivo di un maestro come Pirlo – hanno quasi sempre vita più facile. Il Napoli, si sa, fino all’anno scorso era abituato alle ripartenze veloci, pochi passaggi (spesso lanci lunghi) e accelerazioni fulminanti prodotte dai suoi velocisti, Lavezzi su tutti. Ma anche Maggio è stato a lungo chiave delle azioni d’attacco degli Azzurri, laddove il gioco del Napoli si è costruito per lo più sulle fasce con i noti “raddoppi” e sovrapposizioni – vedere Campagnaro, che quest’anno non di rado si spinge in avanti a sostegno delle azioni offensive. Adesso sarebbe il momento di cambiare: occorrerebbe creare più varianti tattiche, non abbandonare il gioco sulle ali ma alternarlo con penetrazioni centrali – ed è esattamente quello che ha fatto vedere il Napoli nella ripresa contro il Palermo risultando devastante, dopo una prima frazione decisamente insufficiente. Indispensabile è migliorare, dunque, la qualità del possesso: troppo di frequente, anche per scarsa concentrazione, l’undici napoletano ha peccato di gravi imprecisioni nei fraseggi. Mazzarri dovrebbe assolutamente correggere questo difetto e fissare nella memoria dei suoi titolari “costruzioni di gioco” meno improvvisate, da impostare in automatico anche quando l’attenzione non è all’apice. Migliorando la gestione nella propria metà campo ogni azione partirebbe con maggiore precisione e incisività e su questa base sarebbe più agevole anche incrementare l’imprevedibilità nella “trequarti”, quando la palla passa fra i piedi di Hamsik e degli altri “tenori”, o perché no, di Dzemaili, che ultimamente ha sfoggiato una certa tecnica, ma anche quando arriva alle ali per i cross. Il Napoli il suo Pirlo ce l’ha, ed è Inler: è il momento di recuperare in pieno tutte le sue doti, fin qui un po’ ovattate. Valorizzando le vie centrali, dove rispetto alla scorsa stagione non ci sono più solo due incontristi ma ha anche piedi buoni, forse si potrebbe rivedere anche il vecchio, miglior Inler.
Non da ultimo a Mazzarri resta da risolvere un ulteriore problema: il trequartista avversario, che il Napoli ha dimostrato di soffrire in più di un’occasione – Lamela e Vasquez fra le ultime partite, ma persino Jorquera nel 6-1 al Genoa ha messo in difficoltà il centrocampo azzurro, quando la partita era ancora in equilibrio, andando anche a segno. Il Bologna non avrà Diamanti, indisponibile, ma avrà al suo posto il talento Ramirez, nelle mire anche di alcune big italiane. Sarà cruciale trovare il modo di arginarlo, lasciargli libertà potrebbe essere fatale. Inler e Gargano dovranno farsi in quattro a questo proposito, ma anche gli esterni dovranno tenere gli occhi aperti quando Ramirez si decentrerà per sovrapporsi a Morleo e Pulzetti (quest’ultimo in ballottaggio con Crespo). Fra gli emiliani le assenze peseranno soprattutto in difesa, con due titolari indisponibili, Portanova e Lauro. Il resto sarà il Bologna di sempre, con un 3-5-2 che all’occorrenza si richiude subito in un 5-3-2, come il Cesena visto a Napoli. Attenzione a Di Vaio, ma attenzione soprattutto a non lasciare che il Bologna blocchi la partita: andare in svantaggio ma anche trascinarsi a lungo uno 0-0 potrebbe essere rischiosissimo: al Napoli servono i tre punti.
A cura di Lorenzo Licciardi
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