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Napoli, bene i tre punti ma serve più cattiveria agonistica

Contro un Chievo che per un’ora sembrava un bunker, il Napoli ritrova la vittoria e un gioco discreto, e soprattutto rimane agganciato alla vetta. Ma occorre migliorare molti aspetti se si vuole restare in alto, fra una Juventus inarrestabile e un’Inter che cresce ad ogni partita.

L’ANTICALCIO DEL CHIEVO – Per cinquantotto minuti, fino al vantaggio firmato Hamsik, i clivensi hanno occupato solo una metà del campo del San Paolo, la propria. Dire che l’undici di Corini era sempre tutto dietro la linea del pallone è riduttivo: molto di rado, con possesso palla del Napoli, si vedeva anche un solo gialloblù salire oltre la metà campo a fare pressing alto. Un 4-4-2 senza prime punte che di fatto era un 4-6-0, poi persino 5-5-0 con l’ingresso di Papp al posto di Luciano. Un atteggiamento comunque comprensibile, perché a Corini il punto andava palesemente bene, e per quasi un’ora anche produttivo, perché gli azzurri non trovavano spiragli per gonfiare la rete di Sorrentino.

POCHE VARIAZIONI – Se il Napoli, nella prima frazione, non ha trovato la via del gol, la ragione sta nel fatto che, pur giocando un buon calcio rispetto a quello esibito in Europa, Hamsik e compagni variavano troppo poco la manovra, ostinandosi a giocare sulle fasce, dove Zuniga si agitava senza essere incisivo e Maggio continuava il suo periodo di gravi imprecisioni (non solo il goffo colpo di testa fallito davanti alla porta; è da tempo che Christian non riesce a far passare dal fondo un cross degno di questo nome). La prova di tale monotonia tattica è stata la posizione di Insigne, spesso troppo largo a sinistra, con la conseguenza di risultare prevedibile e in ogni caso troppo lontano dalla porta, finendo per perdere molti palloni o non avere lo spazio per l’assist ed essere costretto al tiro da fuori. Come avevamo già anticipato in sede di preview, occorreva invece proporre soluzioni differenziate, e infatti il gol è arrivato al primo affondo centrale ben riuscito, con la verticalizzazione di Zuniga e l’ottima finalizzazione di Hamsik.

PREGI E DIFETTI – Resta il fatto che, anche fino alla rete del vantaggio, il Napoli aveva prodotto un calcio discreto, favorito anche dalla rinuncia a giocare degli avversari, ma penalizzato certamente, in fase conclusiva, dall’assenza di Cavani. Inler in posizione molto alta aiutava il potenziale offensivo dei suoi, e non solo per il tiro da urlo che ha fatto tremare il palo. Non basteranno mai gli elogi a Behrami, sempre uomo-ovunque, sempre provvidenziale e sempre in grado di fare la cosa più semplice e più giusta con la palla al piede. Brutta prova invece di Vargas, entrato in campo svogliatissimo, a riprova dell’idea che ci siamo fatti, e cioè che il suo utilizzo relegato all’Europa League non lo soddisfa: ma non è una scusante. La faccia peggiore del Napoli di ieri sera, però, è quella mostrata dopo l’1-0 e dopo l’espulsione di Vacek che ha lasciato i suoi in 10: gli azzurri, in superiorità numerica e con il Chievo che era passato a tre punte, ha mollato del tutto la presa sulla partita, senza cercare di chiuderla e lasciando persino qualche spazio agli ospiti. Riproponendo, insomma, la pigrizia e la scarsa grinta che si vede in coppa. Cercare di risparmiare le energie può essere legittimo, ma non se il risultato è ancora aperto. E soprattutto, se si vuole arrivare davvero in alto, bisogna pensare che chi è là in cima non si risparmia un minuto e gioca con la stessa cattiveria dal primo all’ultimo minuto.

A cura di Lorenzo Licciardi

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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