L’autorete di Thereau al 59′ fissa il risultato sul 3-1 e di fatto condanna l’atteggiamento mai domo dell’Udinese, sempre pronta a rispondere ai colpi del Napoli. Ci ha provato il Napoli a mettersi nei guai da solo: sul 2-0 dopo appena 20′, regala di fatto, il gol ai friulani e subendo, di fatto, il contraccolpo psicologico. Complice la contemporanea assenza di Strinic e David Lopez, gli azzurri hanno sofferto più del dovuto per aver ragione di un Udinese priva, fra l’altro, di Kone e Di Natale.
Benitez, come al solito, sorprende tutti preferendo nell’undici iniziale, l’impiego di Ghoulam e Gabbiadini: restano fuori Callejon e, appunto, il croato Strinic. Cambi decisi all’insegna del turnover, secondo la filosofia beniteziana, e del tour de force che costringerà il Napoli a giocare ogni tre giorni dalla prossima settimana e fino al termine del mese. Manca, come detto in precedenza, David Lopez, influenzato; a comporre la diga di centrocampo con Gargano c’è Inler.
Gioco sulle fasce – Nei primi minuti di gioco, il Napoli tiene la parte destra del campo ma al primo cambio di gioco arriva il gol: uno – due micidiale sull’asse Mertens – Higuain ed il belga buca Kernezis dopo 8′. Il raddoppio azzurro arriva pochi minuti dopo e sempre dalla sinistra. Stavolta Mertens serve Hamsik che vede il taglio centrale di Gabbiadini, l’ex Samp di prima trova il secondo gol in maglia azzurra.
Rafael – Croce e delizia del Napoli, ancora una volta, il portiere brasiliano. Miracoloso sul giro di Allan che sbatte sulla traversa; imperdonabile l’uscita che spalanca la porta al gol di Thereau. Superlativo alla ripresa sulla punizione di Bruno Fernandez.
Terzino sinistro – L’assenza di Strinic si sente in fase di copertura con Widmer e Bruno Fernandes che fanno il bello ed il cattivo tempo. Ghoulam e Britos, spesso in affanno sul centrocampista portoghese, soffrono la velocità di pensiero degli interpreti bianconeri.
Centrocampo – Brutta la prestazione di Inler nel primo tempo. Tanti gli errori in fase d’appoggio ed eccessiva la libertà tattica in zone nevralgiche del campo. In affanno anche Gargano per lo scarso apporto in copertura degli esterni azzurri. Decisamente migliore la ripresa dell’uruguaiano, giovato dall’inserimento di Callejon che assicura più copertura in fase di non possesso.
Callejon – De Guzman – Comincia al 50′ il match dello spagnolo, con Benitez che preferisce sfruttare l’intelligenza tattica dello spagnolo rispetto alla vena offensiva di Manolo Gabbiadini. L’olandese rileva Mertens. Decisamente più conservativo l’assetto tattico adottato dal Napoli nella ripresa, cambiando gli interpreti ma non il modulo di riferimento. L’ex Real, propizia l’azione dalla quale nascerà il colpo mortifero del 3-1; l’olandese ha sui piedi due occasioni monumentali per iscrivere il proprio nome tra i marcatori ma il risultato non cambierà fino al 90′.
Un Napoli bello a metà. Superlativo nella circolazione di palla sulle corsie, letteralmente imbarazzante in fase di non possesso, con Allan autentico padrone del centrocampo. Passano tutte dai suoi piedi le occasioni ospiti, incapace Inler di proteggere la coppia di difensori centrali. Bene Hamsik quando c’è da finalizzare: lo slovacco ha un altro passo e la tecnica per essere il rifinitore indiscutibile degli azzurri. Male Higuain. L’argentino non è mai nel vivo del gioco, da tempo non si assisteva ad una prestazione così opaca del Pipita. La voglia c’è, come testimonia il giallo rimediato per eccesso di proteste. Unico neo, l’apparente fragilità difensiva. Britos non è Koulibaly e Ghoulam non assicura la stessa copertura del neo acquisto, Ivan Strinic. Se a questo aggiungiamo l’assenza in mediana di David Lopez, al Napoli di Benitez è venuto a mancare il solido quadrato composto dal difensore francese, Albiol e la coppia Gargano – Lopez; il muro eretto dal tecnico spagnolo a supportare la propria idea di fare calcio.
Francesco Gambardella
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