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Napoli bello e concreto, scappa in testa

Nella ripresa emergono gli azzurri che occupano gli spazi. Cori dei tifosi nel finale

Era il primo esame d’alta classifica per il Napoli dopo la vittoria sul Palermo, avversario di inferiore qualità rispetto alla Fiorentina, uscita rafforzata dal mercato. Superato. Le ambizioni della squadra e della sua gente sono più che mai legittime. Ai viola sono stati concessi gli ultimi cinque minuti, quando la fatica si è fatta sentire e i difensori hanno ceduto, lasciando a Jovetic un destro maligno che ha perforato De Sanctis sul lato sinistro che avrebbe potuto rimettere in discussione una partita ampiamente controllata dagli uomini di Mazzarri grazie ai gol di Hamsik e Dzemaili nella ripresa. Difficile era stata l’interpretazione del primo tempo, più per le insidie provocate dal malandato terreno di gioco che dai viola. Abile è stato Insigne su punizione, perfetto il suo servizio per Hamsik. Ha stoffa il ragazzo che oggi entra nel gruppo della Nazionale e che ieri sera è stato applaudito a scena aperta, quando è stato sostituito da Vargas, per quell’assist a Marek e perché è bellissimo vederlo tra i vicecampioni d’Europa.
Altri calciatori del Napoli avevano giocato su un campo simile e mai quello di Fuorigrotta: i campi della serie C frequentata dal 2004 al 2006. Un fondo penoso, la sabbia che si alzava ad ogni tocco di pallone, un evidente problema per gli azzurri come per i viola. Dopo la sosta, comincerà anche l’Europa League e sarebbe preoccupante ritrovare il San Paolo in questo stato. Il condizionamento è stato evidente per i giocatori più tecnici, come Insigne. Ha cercato lo spunto in area e il servizio da offrire a Cavani, però nel primo tempo non è stato fortunato, anche perché la retroguardia della Fiorentina è stata attenta. Mazzarri ha deciso di correre un rischio collocando Hamsik in posizione avanzata, com’era accaduto a Palermo, e non sistemandolo al fianco dei corazzieri svizzeri Behrami (opaco) e Dzemaili (eccellente, gol a parte). In alcuni casi i centrocampisti azzurri si sono trovati in inferiorità numerica, però non vi sono stati particolari danni, anche perché Pizarro si teneva spesso basso. Jovetic è stato pericoloso al 12’, con un tiro di sinistro da fuori, l’azione era cominciata dopo un pallone perso dall’ex Behrami. Il Napoli ha avuto difficoltà nelle ripartenze sul terreno infame, anche perché Cuadrado e Pasqual sono stati reattivi contro Zuniga e Maggio. Cavani, Hamsik e Insigne hanno tentato la triangolazione, riuscita in un solo caso, al 15’, quando il ragazzo di Frattamaggiore ha offerto il pallone al Matador, ma il suo lancio dalla destra non è stato percepito né da Hamsik né da Maggio a pochi passi da Viviano.
Il copione è cambiato ad inizio ripresa, quando il Napoli ha potuto sfruttare il talento di Insigne e la vena realizzativa di Hamsik, che aveva segnato il gol del vantaggio anche a Palermo. Punizione sulla trequarti (10’) per il fallo di Cuadrado sul connazionale Zuniga, la punizione di Lorenzinho in area per la testa (e per la cresta, secondo l’interessato decisiva) di Hamsik, il pallone rimbalzava sul corpo di Borja Valero, colpiva il palo sinistro e finiva in porta. Mazzarri aveva intanto sostituito Behrami con Inler, più lucido, lasciando a Dzemaili la libertà di avanzare negli spazi concessi dalla Fiorentina a caccia del pareggio. Al 15’ Maggio riusciva a saltare Pasqual, sul suo cross per Insigne riusciva a mettere una pezza Roncaglia, deviando il pallone fuori. Grazie ai tre tenaci difensori la Fiorentina non riusciva a rendersi pericolosa e il sigillo sulla vittoria lo metteva Dzemaili, con un bolide di sinistro dal limite, dopo aver agganciato con l’altro piede il pallone respinto di testa da Pasqual sugli sviluppi dell’angolo di Insigne. La difesa, fino a quel momento impeccabile, accusava una flessione quando alla fine mancava ormai una manciata di minuti e Jovetic ne approfittava, con un tiro da fuori che sorprendeva De Sanctis. Ma non riusciva, il gioiello negato dai Della Valle ai club più prestigiosi d’Europa, a rimettere in corsa la Fiorentina: a sorreggere gli azzurri c’erano le loro residue energie e i cori del popolo del San Paolo.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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