Ci siamo. Dopo la lunga sosta per gl’impegni delle nazionali, il campionato riparte, e lo fa col botto. La squadra di Benitez affronterà tra poche ore la difficile trasferta in casa di una Roma in salute e in piena fiducia per l’incredibile partenza in campionato. La sfida di stasera metterà in palio il primato in classifica e aprirà un importante ciclo di partite che delineerà i rapporti di forza iniziali della serie A e potrebbe risultare decisivo per le sorti europee degli azzurri. In ventidue giorni il Napoli dovrà affrontare cinque importanti gare in campionato (roma, TORINO, fiorentina, CATANIA, juventus. In maiuscolo le sfide casalinghe, nda) intervallate dal doppio impegno Champions con il Marsiglia.
LA NUOVA ROMA – la squadra guidata da Garcia appare completamente trasformata rispetto a quella lasciatagli in eredità da Andreazzoli.
L’impressionante filotto di vittorie è il frutto di cambiamenti sia tattici che “caratteriali”. Oggi la Roma è una squadra vera.
I giallorossi impostano il proprio gioco su di una meticolosa organizzazione tattica e un’invidiabile condizione atletica, favorita dall’assenza d’impegni europei. I calciatori sanno esattamente cosa fare, corrono tanto e si aiutano; lasciando all’estro dei tanti tecnicamente dotati il compito di scardinare le difese avversarie.
La fase difensiva è proprio il segno distintivo della nuova Roma di Garcia. Più dei venti segnati, è il solo goal subito il dato che più colpisce osservatori e tifosi. Soprattutto se si tiene conto del recente passato.
La matrice del gioco di Garcia è da ricercare proprio nell’estrema organizzazione della fase difensiva, che permette di esalate le qualità dei difensori più dotati, come Benatia, e coprire le falle di quelli che danno il meglio di sé nela fase offensiva più che in quella difensiva, come Maicon.
L’“italianità” del gioco di Garcia – squadra compatta dietro la linea della palla e pronta nelle veloci ripartenze – non è da sottovalutare. Non ruba l’occhio ma è estremamente efficace, affidandosi alla qualità dei suoi calciatori nei ruoli chiave.
Il centrocampo romanista è di livello europeo. De Rossi, Strootman e Pjanic assicurano il giusto mix di tecnica e solidità. In attacco la classe di un Totti in splendida forma esalta la corsa di Gervinho e la duttilità di un Florenzi che si sta affermando come tra i calciatori più promettenti del nostro campionato.
IL NAPOLI E LA PROVA DI MATURITÀ – il definitivo salto di qualità della squadra di Benitez, per imporsi come realtà di vertice, passa proprio da partite come quelle di stasera. Imparare a gestire la tensione nel calcio, come nello sport in genere, non corrisponde ad una vuota frase fatta ma è un fattore che a fine stagione può essere valutato in punti e fare la differenza tra vincere e perdere.
Garcia è stato furbo, quanto poco originale, nel provare a ribaltare la realtà e gettare la pressione dal lato del Napoli. Gli azzurri dovranno essere bravi nel provare a controllare la partita, gestendo il gioco secondo la famosa formula beniteziana “sin prisa, sin pausa”, evitando però di perdere gli equilibri tra i reparti e offrire alla Roma sia la possibilità di giocare in profondità con la velocità di Gervinho, Florenzi e Maicon, che quella di farla palleggiare troppo vicina all’area, in modo da sfruttare le grandi doti al tiro dei soliti Totti, De Rossi e Strootman.
Un approccio sbagliato potrebbe essere fatale al Napoli, proprio come nella partita di Londra, anche se la presenza di Higuain – dato tra i titolari dagli ultimi rumors – garantirà al Napoli la possibilità di interrompere gli attacchi romanisti, grazie alla capacità dell’argentino di tener palla e di far salire la squadra. Con l’Arsenal l’incapacità di Pandev di “fare reparto” ha sottoposto gli azzurri a una lunghissima serie di attacchi, veloci e incessanti, che hanno prodotto la peggior prestazione stagionale dei calciatori guidati da Benitez.
La Roma non sembra avere né la stessa velocità, né la stessa qualità di base ma il rischio rimane.
GLI ACCIACCHI E LA MENTALITÀ – facendo un saldo netto al termine della sosta il borsino delle infermerie sembra pendere dalla parte romanista. I giallorossi hanno recuperato Totti e De Rossi e, oltre l’assenza dello squalificato Balzaretti, lamentano solo un piccolo fastidio a Strootman.
Il Napoli recupera Maggio, al rientro dopo un mese, ma perde Zuniga. Per il colombiano il problema al ginocchio potrebbe essere più grave del previsto e consigliare un intervento chirurgico.
Armero e Fernandez si sono aggregati alla squadra solo ieri e hanno saltato anche la rifinitura. Come terzino sinistro potrebbe essere schierato addirittura Mesto, adattato sul lato opposto a fronteggiare il duo Gervinho-Maicon. Una pura suggestione, a mio parere, la scelta di Britos come terzino, paventata dallo stesso Benitez. Gli automatismi della catena di sinistra tra Insigne e Zuniga, veloci e tecnici, avrebbero infastidito molte la fase difensiva di Maicon e Gervinho.
I probabili recuperi di Albiol e Higuain sono importanti ma anche un azzardo, soprattutto nel caso del centrale spagnolo, ancora in precarie condizioni.
Il vero cambiamento rispetto alla brutta sconfitta con l’Arsenal dovrà cercarsi proprio nell’atteggiamento, in quella mentalità da grande a cui il Napoli sta lavorando, sotto le sagge indicazioni di Benitez, ma che non sembra ancora definitivamente nelle corde dei calciatori azzurri.
Ciò che dovrà trasparire dalla prova del Napoli è che – nonostante le assenze e le inevitabili differenti caratteristiche di quelli che giocheranno – in campo va il Napoli e non bisogna nascondersi dietro alcuna giustificazione.
A prescindere da ogni discorso su chi è favorito o meno, il Napoli deve scendere in campo per vincere, sempre. Se si vincerà, avrà vinto il Napoli. In caso contrario si dovrà tornare a lavorare per imparare dai propri errori.
Lo stadio Olimpico non è l’arrivo della stagione del Napoli, né la condizionerà in maniera determinante. È però una tappa importante sulla strada della maturità, in questo il Napoli dovrà essere superiore alla Roma.
A cura di Pompilio Salerno
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