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Missione Napoli: ritrovare gli uomini-chiave, la brillantezza e la fluidità

L'Europa logora ma il Napoli proprio contro il Barcellona deve ritrovare le sue certezze

Mentre il Napoli soffriva sul campo del Cagliari, mi venivano in mente le due partite contro lo Spartak Mosca perché a questi livelli i dettagli fanno la differenza. Facendo almeno un punto contro i russi, il Napoli sarebbe arrivato primo nel girone, rinviando gli impegni europei a marzo, direttamente agli ottavi di finale.

La doppia sfida contro il Barcellona regala emozioni, potrebbe anche stimolare la crescita degli azzurri sotto il profilo della consapevolezza, dell’esperienza ma è una fatica che il Napoli avrebbe dovuto risparmiare, con il primo posto nel girone.

Non è andata così, lo scherzo del destino poi è l’emergenza che inciderà sulle scelte di Spalletti sia contro il Barcellona che a Roma con la Lazio. Di Lorenzo sta bene, giovedì dovrebbero tornare a disposizione Politano e Insigne ma il centrocampo avrà ancora gli uomini contati. Oggi saranno verificate le condizioni anche di Malcuit.

L’Europa logora, a Cagliari il più brutto Napoli della stagione

 

A Cagliari si è visto il più brutto Napoli della stagione, ha giocato molto meglio anche contro Empoli e Spezia, quando ha perso. Di buono c’è la forza di aver evitato la sconfitta in una serata così brutta, grazie ad Osimhen che è entrato con l’atteggiamento giusto e ha sfruttato le sue grandi qualità. I numeri per Victor parlano in maniera chiara: 11 gol e 4 rigori procurati a livello stagionale.

Spalletti nell’emergenza ha cambiato sistema di gioco per gestire le residue forze a centrocampo, ha scelto di accettare i duelli uomo contro uomo a tutto campo, con l’idea di mandarli fuori strada con i movimenti senza palla degli esterni come Mario Rui che venivano dentro al campo, di Zielinski, Mertens ed Elmas. Il piano ha funzionato in pochissime occasioni, l’infortunio di Di Lorenzo ha rappresentato poi un ulteriore problema, togliendo una risorsa importante alla costruzione del gioco già menomata dalle assenze a centrocampo e dalla trasformazione del sistema che ha stravolto le abitudini.

Il Napoli deve ritrovare la brillantezza, la fluidità che ha smarrito dal secondo tempo di Barcellona. La squadra di Xavi è in crescita, a Valencia ha espresso la migliore prova degli ultimi due mesi potendo ricorrere al turnover. Xavi ha potuto gestire Araujo, Busquets, una sorta di staffetta Gavi-Pedri e si è sbloccato Aubameyang.

L’Europa logora, in questo weekend dodici delle ventidue squadre impegnate tra Champions ed Europa League non hanno vinto contro avversari che hanno avuto la settimana tipo per preparare la partita. Per crescere, il Napoli deve andare avanti con l’atteggiamento avuto in momenti ancora più complicati, come per esempio la trasferta di Torino contro la Juventus. Non si migliora facendo i calcoli e invocando il ritorno alla settimana tipo, su quest’aspetto Spalletti è una garanzia, lo dimostra la determinazione del Napoli a Barcellona.

Il Napoli deve ritrovare le sue certezze in un ciclo di ferro

 

Il Napoli, però, deve ritrovare le sue certezze, la brillantezza per mettere in atto il gioco che lo contraddistingue. Non sarà facile soprattutto per il centrocampo smembrato ma è una fase decisiva della stagione, se il Napoli vuole alimentare i propri sogni deve superare in maniera brillante questo ciclo terribile contro Barcellona, Lazio e Milan.

Il primo tempo di Barcellona dimostra che il Napoli può giocarsela anche se complessivamente inferiore, il weekend rivela ancora una volta che non ci sono dominatori in un campionato mediocre. Gli azzurri, se riescono a stare a ridosso della vetta, possono rimanere nella battaglia per il titolo fino alla fine. Quest’ambizione è anche la migliore risorsa per difendere l’accesso alla Champions League. C’è ancora tanto da combattere, l’Atalanta è quinta con nove punti di distacco ma ha una gara da recuperare.

Nulla è scontato né davanti né dietro ma per qualsiasi obiettivo il Napoli deve ritrovare tutti gli uomini-chiave e la brillantezza. Prima, però, c’è il Barcellona, ci si goda il viaggio e finalmente il Maradona con il tifo e tutti i crismi della grande serata.

 

Ciro Troise

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