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Napoli ama il Napoli, festa a Castelvolturno

Più di mille tifosi a sostenere la Mazzarri-band

«Da sabato sera in tanti non credono più nel terzo posto. Noi, invece, ci crediamo ancora e per conquistarlo ce la metteremo tutta. Mancano sette partite e non molleremo» , aveva “cinguettato” , forse anche un po’ immalinconito, il signorino Lavezzi prima d’arrivare a Castelvolturno per l’allenamento. Ma arrivato lì, s’è ricreduto. E come se s’è ricreduto, il Pocho: ha capito, ha visto, che invece neppure la gente azzurra del pallone molla. E meno che meno crolla la sua speranza d’una rimonta che è s’decisamente complicata dopo la batosta con la Lazio. In mille hanno invaso ieri i viali che portano ai prati dove il Napoli s’allena. «Mille? Probabilmente sono pure il doppio» , racconta uno dei poliziotti spediti di corsa là per tenere in ordine le cose. Polizia e anche carabinieri al di qua e al di là della sbarra bianca e rossa che fa da confine tra la zona libera e quella vietata al tifo.  Il Napoli è laggiù. Lontano dalla vista della gente. Ma quella presenza festosa, rumorosa, appassionata, il Napoli la sente. E lo conforta. Il Napoli, insomma, non è solo. Quei due punti e quei dieci gol beccati nelle ultime quattro esibizioni non gli hanno fatto perdere la stima e l’affetto della gente. Sì, è proprio un bel messaggio quello che arriva agli azzurri dai tifosi. Messaggio d’entusiasmo, anche di riconoscenza -da quel che si raccoglie al di qua della sbarra bianca e rossa- per le emozioni regalate in Champions e senza dimenticare che c’è da giocare ancora la finale della coppa Italia con la Juve.

GIOCHI APERTI – E il campionato? Non è finito. La pensano così gli azzurri, la pensano così anche i mille e più tifosi arrivati a Castelvolturno ben prima dei loro beniamini. Perché loro, il lunedì di Pasqua, hanno deciso di passarlo lì. Tra il mare e la pineta. Sperando, come unica ricompensa d’una giornata intera passata sotto il sole, in una foto, in un cenno di saluto di Cavani o di Lavezzi, di Hamsik o di Gargano.  Pic nic e calcio. Pastiera e pallone. E, inevitabilmente, anche un caos come a Castelvolturno non s’era visto mai. Cento e cento e ancora cento auto, infatti, hanno bloccato tutto: la strada principale, i viali e i vialetti che portano all’hotel, alle buche del golf, allo spogliatoio del Napoli, al Centro sportivo. Cosicché è stato complicato per gli azzurri entrare e uscire dal bunker nel quale si rintanano quando sono lì.
FIDUCIA DI CUORE E DI TESTA – E non è tutto. La gita di pasquetta, per molti estemporanea, pensata e all’istante preparata, per altri, invece, è stata una scelta ragionata. Di più: pianificata. Di più ancora: scientificamente programmata. Gruppi di tifosi e anche qualche famiglia intera, infatti, già nei giorni scorsi avevano telefonato al ristorante dell’Holiday Inn di Castelvolturno per prenotare il pranzo del lunedì di Pasqua. E non a caso, perché quell’albergo è anche che la “casa” degli azzurri. Là il Napoli pranza, là passa le notti dei ritiri e da là, dal grande parcheggio che è anche il tetto degli spogliatoi, si può sbirciare sino al campo dove il Napoli s’allena. Pranzo all inclusive, insomma, per i tifosi che hanno sposato il pranzo con la passione e la furbizia.  Una giornata assai particolare, insomma, quella vissuta anche dagli azzurri. E’ stata entusiasmante anche per loro, che temevano un raffreddamento d’entusiasmo dopo gli ultimi deludenti risultati. Un’onda, invece, questa del tifo che non molla, che oggi cavalcherà pure Mazzarri. Nella conferenza stampa di vigilia, infatti, l’allenatore azzurro quasi certamente chiederà alla gente dello stadio d’essere ancor più dalla parte della squadra domani sera contro l’Atalanta. Perché il momento è serio ed importante; perché con l’Udinese che va a Roma e con la Lazio che gioca a Torino con la Juve, il discorso terzo posto non è ancora chiuso; perché il Napoli, probabilmente, vuole anche farsi perdonare un po’ di cose.  Mazzarri sfonderà una porta aperta, questo lo sa pure lui, ma comunque sia, a meno di ripensamenti dell’ultimo momento, l’appello ci sarà. Anche perché per il “volo terzo posto” quella di domani sera sarà davvero l’ultima chiamata.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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