«Da sabato sera in tanti non credono più nel terzo posto. Noi, invece, ci crediamo ancora e per conquistarlo ce la metteremo tutta. Mancano sette partite e non molleremo» , aveva “cinguettato” , forse anche un po’ immalinconito, il signorino Lavezzi prima d’arrivare a Castelvolturno per l’allenamento. Ma arrivato lì, s’è ricreduto. E come se s’è ricreduto, il Pocho: ha capito, ha visto, che invece neppure la gente azzurra del pallone molla. E meno che meno crolla la sua speranza d’una rimonta che è s’decisamente complicata dopo la batosta con la Lazio. In mille hanno invaso ieri i viali che portano ai prati dove il Napoli s’allena. «Mille? Probabilmente sono pure il doppio» , racconta uno dei poliziotti spediti di corsa là per tenere in ordine le cose. Polizia e anche carabinieri al di qua e al di là della sbarra bianca e rossa che fa da confine tra la zona libera e quella vietata al tifo. Il Napoli è laggiù. Lontano dalla vista della gente. Ma quella presenza festosa, rumorosa, appassionata, il Napoli la sente. E lo conforta. Il Napoli, insomma, non è solo. Quei due punti e quei dieci gol beccati nelle ultime quattro esibizioni non gli hanno fatto perdere la stima e l’affetto della gente. Sì, è proprio un bel messaggio quello che arriva agli azzurri dai tifosi. Messaggio d’entusiasmo, anche di riconoscenza -da quel che si raccoglie al di qua della sbarra bianca e rossa- per le emozioni regalate in Champions e senza dimenticare che c’è da giocare ancora la finale della coppa Italia con la Juve.
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