Dalla metà di luglio ad oggi, fra amichevoli internazionali e impegni ufficiali in Serie A, il Napoli ha vinto tutte le partite giocate, esclusa la discussa finale di Supercoppa contro la Juventus. Sembrerebbe un buon biglietto da visita per presentarsi al primo appuntamento europeo dell’anno. L’Europa League sarebbe un trofeo alla portata degli azzurri, che però non ripeteranno l’errore della scorsa annata, quando le forze profuse per confrontarsi con squadroni del calibro del City e del Bayern prosciugarono le energie residue per il campionato.
L’errore strategico – di pianificazione generale più che di tattica specifica – commesso lo scorso anno è stato scongiurato già in fase di mercato: oggi il Napoli ha a disposizione una rosa che garantisce due squadre complete, una decisamente competitiva, l’altra dignitosa. Mazzarri ruoterà l’undici titolare senza troppe remore, la priorità quest’anno è dichiaratamente il campionato. Ma il turn-over, ammesso che non comporterà eccessivi cali qualitativi, lascia aperto un quesito: una squadra completamente diversa sarà in grado di trovarsi a memoria e conservare gli automatismi propri della formazione titolare? Tutto lavoro per Mazzarri, che però ha avuto solo tre giorni scarsi d’allenamento per provare la formazione da opporre all’AIK Solna.
La squadra di Solna (contea di Stoccolma), con il secondo posto nella massima serie svedese ottenuto a fine 2011, ha conquistato la qualificazione ai preliminari dell’Europa League, dov’è riuscita ad eliminare persino il CSKA di Mosca. Compagine da non sottovalutare dunque, l’AIK, che attualmente è di nuovo seconda in campionato, dopo ventidue giornate, a due soli punti dalla vetta. Il torneo nazionale in Svezia inizia in primavera e finisce in autunno: condizione opposta, dunque, per quanto riguarda la preparazione atletica fra il Napoli, che ha appena iniziato la stagione, e gli svedesi, giunti quasi alla fine. L’AIK non vanta grossi nomi in rosa: lo straniero più dotato tecnicamente è il n. 10 Celso Borges, solitamente posizionato nel duo d’attacco. Proprio in attacco figura anche Henok Goitom, che oltre ad aver giocato e segnato nella Liga spagnola, ha siglato un gol anche nella nostra Serie A (ma in una sola presenza di pochi minuti!) con la maglia dell’Udinese. Il resto è un undici di cui si sa poco: l’allenatore Andreas Alm schiera solitamente una squadra quadrata, con un 4-4-2 compatto ed equilibrato.
Dal canto suo, si è detto, il Napoli potrà disporre di molti ricambi. Mazzarri non ha esitato sulla quantità delle sostituzioni da operare: undici su undici. Inler, affaticato, e Cavani nemmeno convocati; si rivedranno dal primo minuto in difesa Fernandez e Gamberini, con il recuperato Aronica; a centrocampo spazio a Behrami e Donadel, con l’esordio di El Kaddouri davanti a loro. In attacco, finalmente 90′ anche per Vargas, messo al fianco di Insigne.
Queste le probabili formazioni dell’incontro:
Se l’AIK giocherà verosimilmente con i titolari, gli azzurri subiranno, quindi, un massiccio turnover. Il rischio è scontato: occorrerà verificare in che modo la squadra sarà in grado di “girare” senza conoscersi a memoria, come accade invece per l’undici titolare. La decisione di Mazzarri è quantomeno azzardata, ma è dettata dalle priorità che probabilmente la società stessa ha concentrato con decisione sul campionato. Qualche dubbio sorge anche sulla scelta di affiancare Insigne e Vargas, due calciatori dalle caratteristiche simili, giocando così senza una prima punta. Un’alternativa sarebbe stata quella di impiegare Vargas e Pandev in coppa, e Insigne e Cavani in campionato, per assortire coppie più complete. Il duo Vargas-Insigne, invece, garantirà piedi buoni ma forse sottrarrà profondità alla squadra, tanto più se il Solna gioca un calcio chiuso e ordinato. Sarà decisiva proprio l’intesa che riusciranno a trovare gli attaccanti del Napoli fra loro e con il centrocampo, dove anche El Kaddouri è un’incognita assoluta. La difesa invece garantisce esperienza, sebbene sia inedita nel terzetto che verrà schierato. Molti punti interrogativi, insomma, su una sfida di cui non solo si conosce poco dell’avversario, ma anche del Napoli stesso, e della sua possibilità di esprimere un buon calcio come è in grado di fare quest’anno la formazione titolare. A dare ragione o torto a Mazzarri sarà il campo e, come sempre, il risultato.
A cura di Lorenzo Licciardi
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