Doveva essere la notte di Edu Vargas, si è trasformata nell’apoteosi di un vecchio marpione delle aree di rigore. Dopo il vantaggio a sopresa della diligente formazione romagnola con Popescu, tocca a Goran Pandev, subentrato nella ripresa all’emozionato cileno, favorire il pari e poi realizzare anche il gol che porta avanti il Napoli in Coppa Italia a 5′ dal termine. Vargas solo rimandato, prevedibile che pagasse lo scotto della prima gara in Italia, in maglia azzurra, laddove anche Lavezzi non brillò quando venne a trovarsi nella stessa situazione cinque anni fa e sempre al cospetto del Cesena in Coppa Italia
OBIETTIVO SU VARGAS – L’ingresso del Napoli in Coppa Italia avviene tra squilli di trombe e grandi propositi: la formazione partenopea lascia trapelare di voler arrivare sino in fondo per lasciarsi aperta un’altra porta verso l’Europa. Almeno queste le intenzioni della vigilia. Così Mazzarri procede con un turnover non così accentuato ma decide di lanciare nella mischia fin dal primo minuto il ventiduenne cileno arrivato a Napoli meno di una settimana. Il risultato è che Vargas non solo fatica a trovare il varco giusto ma sembra persino spaesato, nonché intimorito. L’ex stella dell’Universidad de Chile si limita a giocate scolastiche dando l’impressione di avvertire fin troppo il disagio del debutto. Ma si catapulta nel vivo del gioco provando a rendersi utile in qualche maniera. Intanto comincia già a masticare amaro per le marcature spietate ed asfissianti del calcio italiano. Arrigoni gli manda alle costole Marco Rossi che non fatica più di tanto ad avere la meglio.
Per il Napoli, la partita si presenta affatto agevole contro un avversario privo di tanti titolari ma ordinato ed attento nella fase difensiva. Il Cesena gioca con diligenza, si difende anche con otto uomini e se capita prova anche ad insidiare la retroguardia partenopea. La gara scivola via senza emozioni degne di nota ed il voler cercare a tutti i costi lo spunto di Vargas rende prevedibile la manovra offensiva della formazione di Mazzarri. E’ invece Bogdani che ci prova in un paio di occasioni dalla distanza. Il Napoli continua giocare al piccolo trotto pensando che prima o poi riesce a sbloccare il risultato. Si affida all’estemporaneità degli spunti di Zuniga a destra e Dossena a sinistra. Né quel tridente così atipico (Vargas-Cavani-Hamsik) riesce a procurare brividi al sostituto di Antonioli, Ravaglia. E’ un Napoli piuttosto slegato.
LA SORPRESA- Il Cesena s’accorge presto che in fondo questo Napoli, seppure con Vargas in campo, non è così irresistibile come si pensava alla vigilia. E prende coraggio man mano che scorrono i minuti. Le seconde linee schierate da Arrigoni e qualche giovane (Vesi) tengono testa ad Hamsik e soci. Ed alla mezz’ora accade quello che nessuno osava immaginare: da un pallone messo al centro da Colucci, proprio Vargas nel tentativo di intervenire, serve involontario Popescu. Il rumeno s’incunea tra i centrali del Napoli e trafigge l’altro debuttante della serata, Rosati, con un tiro piuttosto centrale ma velenoso. Il vantaggio degli ospiti sortisce l’effetto di innervosire Cavani e soci, nonché deprimere l’illustre esordiente della serata. A nulla valgono i suggerimenti di Mazzarri che invita a verticalizzare con più raziocinio e ad evitare di affondare a testa bassa. Il Cesena, disposto con un quattro quattro-due elastico quanto funzionale, pronto a trasformarsi in un cinque-quattro-uno, non corre grossi pericoli se non da un tentativo di Hamsik concluso fuori misura. L’uscita di Popescu per infortunio, poco dopo il gol, consente poi al centrocampo romagnolo di ritrovare Parolo..
IL PARI- Mazzarri lascia nello spogliatoio Vargas, non senza un piccolo di delusione da parte dei circa trentamila spettatori, inserendo Goran Pandev. Intuisce che non è più il momento di temporeggiare con gli esperimenti. E le cose vanno decisamente meglio, non fosse altro per i movimenti degli attaccanti e la pericolosità negli ultimi venti metri, situazioni che con l’ultimo arrivato non era stato possibile ottenere. Così dopo due palle gol divorate a pochi passi da Ravaglia, ci pensa il Matador a riportare la partita in equilibrio anche se la rete nasce da palla inattiva: batte una punizione Pandev, sulla respinta del portiere Cavani si fa trovare al posto giusto per il tap in vincente. Poco dopo entreranno anche Maggio e Donadel. Eppure il Cesena non demorde, continuando a difendersi con ordine ed a contrattaccare. Arrigoni concede spazio anche a Candreva e Martinez.
OBIETTIVO SU VARGAS – IL COLPO DI KUNG FU- Ma Pandev non si smentisce. Dopo aver realizzato un gran gol a Palermo e propiziato quello del pari con il Cesena va a cercare gloria personale e la trova con una punizione pennellata quanto perfida che suscita le proteste romagnole ma il pallone aveva superato la linea. Il Napoli salva una serata che stava per mettersi male e lo fa con il suo quarto tenore, il kung fu ormai rigenerato nel fisico e nel morale.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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