Un’altalena di risultati degna di un cartone animato sul calcio si è conclusa con una preziosa ed esaltante vittoria a Torino: se la gode Mazzarri che si riprende il secondo posto, può ridere Cavani che è entrato e ha segnato una doppietta, può incorniciare la serata nella bacheca personale Dzemaili, autore persino di una tripletta alla sua ex-squadra.
A dover analizzare questa gara, la sensazione d’imbarazzo della scelta è la stessa di chi si trova davanti ad un buffet con cibi di tutti i tipi. Perché a Torino è successo davvero di tutto, fra due squadre molto determinate a far bene e grazie a un Napoli capace di errori grossolani e giocate sfavillanti. Anche il carattere degli azzurri merita sia rimproveri che lodi: tre reti subite su cali di concentrazione, cinque messe a segno con incredibile tenacia.
Una capacità di reazione che male si sposa con l’atteggiamento pigro proposto in entrambe le prime situazioni di vantaggio, sull’1-0 e sul 2-1: forse per una sottovalutazione dell’avversario, si pensava di poter gestire il sorpasso acquisito. Invece gli undici di Mazzarri per due volte hanno tirato i remi in barca, cercando di addormentare i ritmi di gara e finendo per rallentare solo la propria corsa e indietreggiare le proprie linee. E allora, che poi una rete del Toro sia nata da una mischia convulsa, un’altra da un rigore fortunoso e un’altra ancora da una papera di Britos, può essere tutto un caso, ma fino a un certo punto. La beffa era stata piuttosto ritrovarsi addirittura sotto proprio quando la squadra giocava il suo miglior calcio, ritrovando precisione, efficacia e brillantezza nelle trame offensive. A quel punto chiunque avrebbe predetto un Napoli depresso, con le gambe tagliate, incapace di riacciuffare il Torino ed evitare la sconfitta. Invece i numeri di Dzemaili e Cavani, nella cornice di una partita a dir poco spettacolare, hanno reso possibile un nuovo ribaltone, regalando una vittoria insperata quanto emozionante.
Senza Cavani, lasciato in stand-by per un impiego all’occorrenza, Mazzarri era partito con un reparto offensivo privo di punti di riferimento, puntando sull’imprevedibilità e sugli inserimenti improvvisi. Ma per i primi 10′ si è visto poco di tutto ciò, merito anche dei padroni di casa, molto tonici e arrembanti. Il Napoli però si è progressivamente tirato fuori dalla propria metà campo, presto premiato dalla prima rete (magistrale l’esecuzione) di Dzemaili. A quel punto il primo calo di tensione: quasi fosse possibile limitarsi già così presto ad amministrare il vantaggio.
Cerci invece sfondava gli argini senza grossi problemi dal suo lato, Santana graziava la sua ex-squadra con un colpo di testa alto, mentre il Napoli insisteva nel rischioso tentativo di addormentare il match con il palleggio. Scontato allora che i padroni di casa, alla mezzora, abbiano trovato il pareggio con Barreto, sebbene soltanto da una mischia caotica e fortunata. E mentre gli attacchi corali del Torino allargavano le maglie azzurre aprendo pericolosi spazi, il trio Hamsik-Pandev-Insigne si prodigava ma perdeva sempre il tempo giusto per la conclusione. E la scarsa vena realizzativa di Hamsik (ieri un po’ statico e poco ispirato) veniva confermata da un rigore fallito dallo slovacco in modo un po’ abulico. Dopo l’occasione persa, l’ultimo quarto d’ora è andato avanti al rallentatore e il Napoli si è esibito in un lunghissimo possesso, ma sempre orizzontale e prevedibile.
Se il primo tempo è finito con qualche perplessità e preoccupazione, la ripresa è cominciata a mille per il Napoli, e di nuovo l’approccio propositivo ha portato subito i suoi frutti: assist di Hamsik a Dzemaili, ancora una bella conclusione dalle spalle del fronte d’attacco, e di nuovo vantaggio azzurro. Stavolta era lecito credere che non venisse ripetuto l’errore già commesso una volta: e per altri 10-15 minuti il Napoli in effetti ha continuato a spingere, producendo bel gioco, con qualità ed efficacia. Tanto che in contropiede Dzemaili ha sprecato una perla di Insigne, mancando la palla del 3-1. Dal 60′ però gli azzurri hanno ricominciato ad abbassare il ritmo, come per gestire il risultato. Al 65′ è entrato Cavani per Insigne, quasi per mettere paura al Torino, e invece proprio un “mani” di Cavani ha offerto a Jonathas il rigore del 2-2. Pochi minuti e ci ha pensato Britos a completare l’incredibile ribaltone: appoggio corto e assist involontario a Meggiorini, Rosati saltato e 3-2 per i granata.
Qui, a dieci minuti dal termine, poche squadre avrebbero trovato la forza per reagire. E invece la reazione c’è stata, è stata veemente e voluta, e il piede di Dzemaili ieri sera aveva una benedizione: il 3-3 è stato pregevole almeno quanto le due reti precedenti. Ma non è finita, perché anche il piede di Cavani era caldo e su punizione ha regalato il controsorpasso ai suoi. Sul 4-3 il Napoli ha di nuovo provato a controllare, anche per stanchezza, e Mazzarri ha pensato di aggiungere Rolando al reparto difensivo, chiamando fuori Dzemaili (e non Zuniga: le vie centrali erano poco sfruttate dai torinesi). Sugli ultimi tentativi dei padroni di casa, Hamsik ha fatto partire un “contropiede lento”, ragionando con la giusta calma e lanciando Armero che con un cross perfetto ha pescato la testa di Cavani: doppietta e partita finita.
Una vittoria rocambolesca, non priva, come detto, di difetti, anche perché tutti e tre i gol del Torino sono nati da parziali o totali gentili concessioni azzurre. Ma se gli errori sono superati dalle prodezze, e se il carattere è quello di ieri, c’è solo da godersi i tre punti e le feste pasquali.
A cura di Lorenzo Licciardi
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