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Napoli, a piccoli passi verso il Paradiso

Il Napoli tra crescita, obiettivo e mercato

Il Napoli è tornato a correre e si avvicina a quella qualificazione Champions che solo un mese fa pareva impossibile. Una corsa lenta ma efficace.
Superato in parte il crollo successivo all’eliminazione con il Chelsea, la squadra di Mazzarri – complice un calendario abbordabile – ha realizzato 10 punti in 4 partite, con il percorso netto cancellato solo dalla distrazione difensiva negli ultimi minuti della gara con la Roma.Dal punto di vista del gioco, il Napoli appare in ripresa ma ancora distante dai livelli d’inizio stagione. I progressi in fase d’attacco sono legati al recupero di una condizione fisica accettabile e di calciatori fondamentali per gli schemi di Mazzarri. In fase difensiva, invece, – nonostante i soli 2 goal subiti negli ultimi quattro incontri – la retroguardia azzurra ha dimostrato ancora una volta tutti i propri limiti, andando in difficoltà contro squadre di bassa classifica e imbottite di riserve.
Il Napoli si prepara così all’ultimo sprint di una stagione che, a prescindere dalla sua conclusione, rimane positiva e importante per il futuro e la crescita della società di De Laurentiis. In caso di qualificazione Champions e di conquista della Coppa Italia sarà doveroso parlare di stagione storica, per il ritorno alla conquista di un trofeo e alla massima competizione europea.
I bilanci che si faranno non dovranno però appiattirsi sui risultati raggiunti, tenendo conto delle circostanze in cui sono maturati (livello mediocre del campionato, tabellone favorevole in Coppa Italia) e dei limiti che la squadra ha denotato durante tutta la stagione. Se l’obiettivo è quello di crescere e portarsi al livello delle maggiori squadre d’Europa non si può che partire dalle carenze di una rosa che la stagione del doppio impegno campionato/Champions ha evidenziato. Anche la partita con il Palermo ha fornito preziose indicazioni a tal fine. Analizziamole reparto per reparto:
DIFESA – il reparto arretrato è di sicuro il punto debole della squadra di Mazzarri. I limiti tecnici dei difensori sono evidenti e stridono con il livello del resto della squadra. Per molto tempo vi hanno sopperito con spirito e abnegazione ammirevoli ma quando le gambe non girano a mille i risultati sono evidenti.
Come ho scritto più volte, è giunta l’ora di prendere scelte decise e compiere una piccola rivoluzione. Il rinnovo di Aronica e la probabile conferma di Britos (poco credibile vendere un giocatore pagato 8 milioni e che ha giocato poco e male) sembrano andare in direzione contraria. L’uruguaiano meriterebbe una prova d’appello ma per caratteristiche non sembra adattarsi alla difesa a tre e di sicuro non consente il salto di qualità.
C’è da sperare che la società non sprechi l’ennesima occasione di migliorare un reparto in cui appare avere una prospettiva di crescita il solo Fernandez; a patto di essere impiegato da centrale e non a destra.
CENTROCAMPO – Se la difesa necessità di una piccola rivoluzione, il centrocampo va solo puntellato. Lo schieramento con un centrocampista in più ha assicurato maggiore protezione a Inler che sta ripagando la scelta con prestazioni più in linea con il suo alto valore. Il Napoli ha trovato nello svizzero il fulcro del proprio gioco. Altra nota lieta per Mazzarri è la crescita di Hamsik che si sta adattando al nuovo ruolo di centrocampista, rimanendo più a lungo nel vivo del gioco senza perdere la sua pericolosità in attacco (quinta stagione consecutiva con almeno 9 goal segnati, in A 177 presenze e 50 reti, nda). Gargano rappresenta tutti assieme i pregi e i limiti del vecchio Napoli. Punto di forza insostituibile nel ruolo d’intenditore puro, diventa fattore negativo nei suoi tentativi d’impostare la manovra. Gli evidenti limiti nella tecnica di base e la poca lucidità gli impediscono d’essere un’alternativa a Inler nell’impostazione della manovra. Proprio la mancanza di un giocatore bravo nelle due fasi, interdizione e costruzione, è stata una delle cause della flessione di metà campionato. Un giocatore con le caratteristiche ed il costo di Nainggolan (considerando realistico che Cellino abbassi un po’ le sue pretese) costituirebbe un ottimo affare per il prossimo Napoli.
Le carenze di una rosa costruita male sono apparse evidenti per la mancanza di sostituti di livello sulle fasce. I soli Maggio e Zuniga non reggono un’intera stagione, Dossena fa parte di quella schiera di giocatori il cui valore non più in linea con gli obiettivi della società. Urgono due acquisti di prospettiva, uno per fascia.
ATTACCO – Il reparto avanzato è quello in cui il Napoli potrebbe non aver bisogno di acquisti. A patto di confermare in blocco i propri attaccanti. Cavani è l’attaccante da venti goal di cui nessuna squadra di vertice può fare a meno. Sarebbe delittuoso pensare di cederlo. Lavezzi sarà, senza dubbio, il tormentone che riempirà le cronache dei media nella prossima estate pallonara.  Ad oggi appare difficile ma non impossibile che il Napoli se ne privi, a patto di monetizzare al massimo l’eventuale cessione dell’asso argentino; la scelta di accettare solo un pagamento cash della clausola rescissoria appare in linea con questa ipotesi. Se dovesse partire Lavezzi, allora il Napoli dovrebbe rivedere le sue strategie di mercato.
In cima alla lista dei desideri c’era Giuseppe Rossi ma l’ennesimo infortunio dell’italo-americano sembra allontanare questa soluzione. Certo è che per sostituire Lavezzi nel cuore dei tifosi c’è bisogno di un calciatore di gran talento, proprio quel talento che non manca a Stevan Jovetíc. La Juve pare aver abbandonato la pista dell’asso montenegrino, dirottando le proprie attenzioni a top player del calibro di Van Persie, Suarez, Higuain, Tevez (l’olandese è nettamente favorito, ndr), possibile che il Napoli provi il colpo. Rimangono di assoluto valore le soluzioni che De Laurentiis si ritrova in casa. Il primo ineludibile passo da compiere è quello della riconferma di Pandev. Resta il problema dell’alto ingaggio (3,5 milioni a stagione), ma il macedone ha dimostrato che se nella scorsa stagione si fosse operato per rinforzare la rosa con due o tre innesti del suo valore il Napoli avrebbe conteso lo scudetto a Milan e Juve e, forse, fatto ancora maggiore strada in Champions. La prossima dovrà essere anche la stagione del definitivo lancio di Vargas. Il cileno, frenato dalla lingua e dal naturale adattamento a un calcio diverso, è rimasto ai margini del campo ma le doti tecniche del calciatore e gli 11 milioni d’investimento reclamano maggiore spazio. C’è poi il capitolo Insigne. Il talento napoletano sta completando il suo percorso di crescita e portando a termine una stagione entusiasmante nelle file del Pescara di Zeman. Proprio il boemo pare aver consegnato al Napoli un calciatore pronto a calcare i campi della massima serie. Alla società partenopea spetterà il compito di decidere se “Lorenzo il giovane” risponde a quei parametri di prospetticità tante volte invocati dal presidente. In attesa del deciso investimento nel settore giovanile il Napoli farebbe bene ad investire sul giovane campione che ha la fortuna di avere in casa.
Complice la pochezza dei suoi avversari, il Napoli è tornato padrone del suo destino. Con due successi nelle ultime giornate di campionato gli azzurri vedrebbero spalancarsi le porte dei preliminari di Champions e potrebbero preparare al meglio l’importante finale di Coppa Italia del 20 maggio. Un appuntamento a cui bisogna arrivare con la tranquillità e la consapevolezza che la partita di Roma non è un punto d’arrivo ma solo un punto di partenza. 

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