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Napoli, a Londra per piazzare il K.O.

Rischioso chiudersi in trincea, meglio cercare il colpo di grazia

Mercoledì 14 marzo, 20h45: al fischio d’inizio i quasi tre milioni di tifosi del Napoli trepideranno per almeno novanta minuti, cullando il sogno di uno storico quarto di Champions League. È questa la cifra dell’incontro di domani sera: al di sopra di ogni valutazione tattica ci sarà il cuore. Quello che finora non è mai mancato nei momenti cruciali all’undici di Mazzarri. Ma dati alla mano, se il ranking FIFA non mente, il Napoli formato europeo di quest’anno è inferiore solo ai due titani spagnoli Real e Barça. Ergo, non si tratta solo di un sogno: è un dovere mettercela tutta per eliminare il Chelsea.

 

CUORE – Senza voler affatto scadere nella retorica sentimentalista, parlare di “cuore” chiama in causa molto di più della carica emotiva dei giocatori (e dei tifosi). Significa invece che qualsiasi valutazione tattica preventiva inizialmente cadrà di fronte alla posta in palio, laddove la natura di un match secco non concede tempo alle riflessioni. Per questo, prima di tutto sarà fondamentale mantenere al massimo la concentrazione: niente errori e distrazioni, niente pause o blackout, aggressività e agonismo sempre alti. A differenza della partita di andata, non ci sarà da gestire le energie. Alla fine occorrerà lasciarci i polmoni e i muscoli, sul terreno perfetto del campo londinese.

 

TESTA – Ma il coltello è dalla parte del manico per Mazzarri: il 3-1 dell’andata magari non offrirà garanzie assolute, ma resta comunque un grande vantaggio. Soprattutto perché concede ai contropiedisti del Napoli di avvalersi della loro arma migliore. Le ripartenze degli Azzurri, alimentate dagli scatti brucianti di Lavezzi, saranno la fobia costante dei Blues. Ma attenzione: pungere in contropiede non significa aspettare passivamente il Chelsea. Abbassare troppo il baricentro può essere un suicidio calcistico, e una volta schiacciati nella propria metà campo può diventare faticoso ricacciare via gli avversari dalla propria area. Novanta minuti di assedio con qualche timida speranza di ripartire sarebbero insostenibili e potrebbero tradursi nel peggiore degli incubi. L’attesa ci può stare, ma la mentalità dev’essere da grande squadra. Ad ogni occasione, ci sarà da fiondarsi con i riflessi di un predatore verso la porta avversaria. Cercando di concretizzare il più possibile, con la massima precisione.

 

IL DETTO – Si dice banalmente che “la miglior difesa è l’attacco”. Non che il Napoli debba buttarsi a capofitto in avanti: per “attacco” si può anche intendere, in senso lato, il pallino del gioco. Arrigo Sacchi racconta che, quando allenava il Milan, il suo antidoto per fermare Maradona era quello di far tenere palla ai propri giocatori il più possibile. Se Maradona non la tocca, non può fare “il Maradona”. Ebbene: nascondere la palla al Chelsea, tenere la partita sotto controllo, mostrare i muscoli e i denti e far capire all’avversario che non è l’unico a voler segnare, sarebbe un ottimo modo per arginare la foga dei londinesi e smorzarne la voglia di rimonta. Quel che è certo è che un gol significherebbe molto, forse tutto per il Napoli. Il 2-0 che sembra così possible al Chelsea, non esisterebbe più come opzione. Il Napoli non potrà certo fare la partita. Ma farla a tratti con convinzione e autorità, e poi aspettare il Chelsea nel resto del tempo per castigarlo con le ripartenze, costituirebbe una buona variazione di ritmo in grado di mandare in tilt le speranze degli inglesi.

 

GLI SCHEMI – Di Matteo è alla sua prima prova di maturità. Difficile che farà rivoluzioni: quel che è sicuro è che dovrà rinunciare allo squalificato Meireles. Meno argini a centrocampo, con il solo Essien (o Mikel) a fare da muro, e per il resto giocatori per lo più offensivi, per trovare la rimonta da sogno. Sarà Lampard, e forse Ramires, a sacrificarsi a coprire, ma l’idea è quella di un arrembaggio costante nella metà campo napoletana. Niente di meglio per Hamsik, Lavezzi e Cavani: un centrocampo avversario con pochi incontristi è più friabile, David Luiz si è già mostrato tutt’altro che una diga, e il ritorno di Terry non basta ad assicurare saracinesche chiuse per la difesa del Chelsea. Dovrà funzionare a perfezione la sincronia GarganoInler: il primo a recuperare palla, il secondo a rilanciare la manovra. Ma l’ingranaggio dovrà essere perfetto. Dal canto suo, Mazzarri sceglierà Zuniga, più brillante di Dossena, più capace di coprire e più creativo in fase offensiva. Gli altri 10 saranno i soliti titolari. Queste le probabili formazioni:

DIFESA – il trio guidato da capitan Cannavaro dovrà fare molto meglio rispetto alla partita col Cagliari, che fa poco testo per il risultato e il quoziente di difficoltà. Con il solo Drogba come terminale offensivo, il Chelsea ha comunque altri tre a supporto dell’ivoriano, e potrebbe trovarsi persino in superiorità numerica. Fondamentale che Maggio e Zuniga coprano le fasce, ancor più indispensabile che Gargano si incolli ai portatori di palla avversari, Mata su tutti.

 

Ogni ragionamento resta comunque pura speculazione. Come si dice, a parlare sarà il campo, e qualsiasi mossa strategica, dalla più legittima alla più rischiosa, potrebbe venire smentita da un episodio. Gli episodi potranno essere determinanti. A meno che non lo sia ancora di più la voglia di vincere. Che non mancherà ai giovani azzurri, che nulla hanno da perdere e tantissimo da guadagnare.

 

 

Lorenzo Licciardi

 

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