Ritorna la Serie A e Mazzarri riprende dall’armadio l’uniforme da cerimonia del Napoli: il “vestito buono” è l’undici titolare, che quest’anno esiste eccome, ed è riservato al campionato. Fermo restando che il posto in campo lo guadagna chi è più in forma, al momento esiste una gerarchia definita ed è quella che detta la formazione che sarà di scena a Catania. Dove il compito degli azzurri non sarà certo facile.
Il Napoli di Mazzarri quest’anno ha una sua identità precisa, ancor più definita rispetto agli anni passati. E chi crede che la concorrenza interna sarebbe uno stimolo a far meglio, dimentica l’altra faccia della medaglia: quest’anno, gli azzurri in campo mostrano una personalità e una sicurezza mai viste così nelle annate precedenti. Ma ogni scelta ha dei vantaggi e delle rinunce: farà strano a molti vedere Vargas in panchina dopo la tripletta in coppa, come ci sarà qualche critico e soprattutto qualche tifoso che vorrebbe vedere in campo il beniamino Insigne sempre dal primo minuto. Ma la squadra viene prima di tutto, e Mazzarri è uno di quelli che crede fermamente in questa regola. E la squadra che l’allenatore ha in mente, e che fin qui gli ha dato ragione, è bella e consolidata: davanti Pandev è certo del posto, tanto più Cavani. Il resto, sarebbe forse questione di variazioni tattiche, ma anche qui parlano i risultati, assolutamente incoraggianti rispetto all’idea del 3-5-2 con Marek Hamsik in grado di essere tanto l’uomo in più a centrocampo quanto l’uomo in più in attacco.
Per ora, quindi, Insigne e Vargas si accomoderanno in panchina, pronti a fare il massimo nei minuti che saranno loro concessi. In mediana, unico spazio in cui forse c’è un leggero margine di cambiamento, con Hamsik inamovibile torneranno titolari Inler e Dzemaili, con quest’ultimo ancora una volta preferito a Behrami. Sulle fasce, Zuniga sembra aver conquistato definitivamente un vantaggio preferenziale su Dossena, mentre Maggio non è in discussione. Unica variazione rispetto alla partita col Parma sarà in difesa, dove Aronica bissa la partita di giovedì a dispetto di ogni fatica, per l’indisponibilità di Britos, ancora fermo ai box. Anche il Catania si presenterà con la sua formazione migliore, l’unico dubbio riguardava il terzetto di centrocampo, in cui ad affiancare Lodi e Almiron sarà Biagianti.
Eccole probabili formazioni dell’incontro:
Behrami o Dzemaili? Questo è il problema. Dzemaili, dicono le impressioni. Confermate dal turnover contro il Solna, che ha visto il biondo ossigenato ex-Fiorentina giocare dal primo minuto, e il suo connazionale risparmiarsi per entrare (e segnare) solo nella ripresa. E, sempre concedendo legittimità alle gerarchie, questo è il solo aspetto discutibile fra le scelte di Mazzarri: già contro il Parma, avevamo pronosticato l’indice di rischio di una soluzione simile, che si è parzialmente confermato quando gli ospiti hanno, a tratti, trovato vita facile per spingersi fino all’area di rigore napoletana. Perché Dzemaili, per quanto generoso nella corsa, non ha nell’interdizione la sua dote migliore, mentre Behrami sì. E, talvolta, Blerim si dimentica anche delle sue qualità migliori e prende a sbagliare appoggi facili, o l’ultimo, decisivo passaggio quando è lanciato in contropiede. Contro il Catania e in casa del Catania, squadra con tre punte e brava a manovrare, con giocatori che si conoscono bene e che hanno tecnica e visione di gioco (vedi Lodi), potenza (vedi Almiron), tecnica e velocità (vedi Gomez e Barrientos), un mastino come Behrami forse farebbe più che comodo. Tanto più se Dzemaili, si è visto, è decisamente bravo a immedesimarsi in clima-match quando entra a partita in corso.
Per il resto, toccherà ancora una volta un doppio lavoro a Zuniga e Maggio, perché la difesa a tre da sola non basta contro le tre punte catanesi. Altrettanto vero che Maggio potrebbe avere anche lo spazio per inserirsi in sovrapposizione, aiutato proprio da Dzemaili, su un lato del campo dove il Catania ha il solo Marchese; stesso discorso, dall’altra parte, per Zuniga, anche lui con la possibilità di approfittare della difesa a quattro avversaria. Ma la priorità sarà dare una mano in copertura, altrimenti il rischio sarà eccessivo. Partita dunque che dovrà essere paziente e ben calcolata, dosata al meglio fra fase difensiva e offensiva. Il Catania, in casa, farà il suo gioco, non un male per una squadra come il Napoli che, anche in una fase di maturazione in cui sa imporre il possesso palla, ha nel contropiede ancora il suo marchio di fabbrica.
A cura di Lorenzo Licciardi
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