Off-Side, settimanale del quotidiano Metropolis, ha fatto il punto sul settore giovanile del Napoli nella rubrica di Ciro Troise:
“A Napoli conviene più investire sul territorio e formare i talenti in casa o andare ad acquistare Uvini, Leandrinho, Zerbin, Zanoli, Sgarbi in giro per l’Italia e il mondo? La risposta è 13-1. La gestione iniziata da Giuseppe Santoro e poi continuata prima con Caffarelli e poi con Grava ha portato tra A e B 13 giocatori, nonostante i paletti posti dal club negli accordi con i club in cui i ragazzi crescono in prestito. Il settore giovanile serve anche a formare contropartite valide, ragazzi che sul mercato acquisiscono un valore. Due esempi: Roberto Insigne ha generato un introito di 1,5 milione di euro con la cessione al Benevento, Tutino nella sessione in corso è vicino alla Salernitana in un’operazione di prestito con diritto di riscatto fissato a 5 milioni di euro. Sepe, Contini, Vitale, Izzo, i fratelli Insigne, Gaetano, Palmiero, Maiello, Ciano, Prezioso, Tutino e Bifulco, potremmo definirla la short-list della scugnizzeria che si è rivelata preziosa anche per i regolamenti, contribuendo ad allungare le rose nelle quattro caselle che devono essere occupati dai ragazzi cresciuti nei settori giovanili. Il Napoli ha cominciato a lavorare sullo scouting nazionale e internazionale sette anni fa e soltanto Luperto è riuscito a giocare nella serie A italiana. Poi c’è il fallimento della Primavera retrocessa con una squadra composta da tanti ragazzi non napoletani come, invece, accadeva in passato. Nell’11 titolare in media c’erano 5 ragazzi cresciuti nel vivaio, gli altri erano rinforzi pescati sul mercato a prezzi bassi e soltanto Idasiak (ancora in Primavera), Mamas e Vrikkis (non riscattati dal Napoli) hanno dato un contributo discreto alla causa. Il mito dello straniero non ha funzionato, la scugnizzeria nel Sudamerica d’Italia, invece, ha un rapporto qualità-prezzo esaltante. Basterebbe già solo Lorenzo Insigne, ma c’è un esercito che può regalare ancora sorprese, con il talento di Gianluca Gaetano da coltivare“.
Fonte: Ciro Troise per Off-Side, settimanale del quotidiano Metropolis
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