Aggancio effettuato, lo straripante Napoli è volato al primo posto. Ha raggiunto la Juve e ha legittimato le proprie aspirazioni. Lo scudetto è una realtà che Mazzarri e i suoi uomini costruiscono giorno dopo giorno, cercando di procedere in silenzio. Dopo la frenata di Catania c’è stata la decisa accelerata nel primo match al vertice, quello contro la Lazio, stesa da tre gol di Cavani: nel primo tempo doppietta del Matador in 12′, poi a metà ripresa il terzo letale colpo. Straordinario il Matador, in grado di segnare con chirurgica precisione e poi, senza avvertire la fatica, di percorrere chilometri in campo per supportare centrocampisti e difensori. Avrebbe potuto calare il poker, ma alla mezzora della ripresa ha fallito il rigore che con un colpo da prestigiatore s’era procurato Insigne. È stata una vittoria storica: la numero 800 nella storia del club.
Primo tempo palpitante, uno di quegli spettacoli che fa amare il calcio. Il Napoli è stato scosso dal gol di Klose dopo quattro minuti, però il bomber tedesco della Lazio, su richiesta dell’arbitro, ha ammesso di aver toccato il pallone con la mano, ricevendo l’applauso del San Paolo. D’altra parte, la prova televisiva non avrebbe dato scampo all’attaccante, che sarebbe stato squalificato. L’episodio che avrebbe potuto condizionare la partita era sfuggito a Banti, guardalinee e arbitro di porta. Passato lo spavento, gli azzurri hanno preso il comando del gioco, alzando il ritmo e sfruttando le crrepe della difesa della Lazio. Stimolata dal duro rapporto di Mazzarri post-Catania e dal pari della Juve a Firenze, la squadra ha recuperato la dimensione di grande. Una difesa di ferro ha concesso pochissimo a Klose e Mauri, sulle fasce la spinta di Maggio e Zuniga è stata efficace e soprattutto in attacco sono state spettacolari le combinazioni tra Hamsik, Pandev e Cavani. Evidentemente la Lazio lo galvanizza, dato che nell’aprile 2011 il Matador aveva segnato tre gol in un’appassionante sfida che valeva il posto in Champions. Ieri doppietta nel primo tempo, poi la terza perla nella ripresa. Sul primo gol l’uruguaiano è stato aiutato da Ciani, che ha deviato la sua bordata di destro dal limite. Sul secondo c’è stato un errore di Konko: non è salito e non ha fatto scattare il fuorigioco, Cavani ne ha approfittato per raccogliere il perfetto lancio lungo di Cannavaro e affondare Marchetti con una bordata di destro. La partita era stata accuratamente preparata da Mazzarri, che ha infatti messo sotto pressione con i suoi uomini migliori la linea difensiva della Lazio, incapace di uscire dall’angolo e di attaccare. Ancor più marcato avrebbe potuto essere il vantaggio se Maggio, ritrovato sotto l’aspetto fisico, fosse stato più preciso sul cross di Hamsik.
Il malcapitato Petkovic, che ha colpevolmente concesso al Napoli tanto spazio, ha cercato di rendere più offensiva la Lazio inserendo Floccari, ma la partita è stata chiusa da Cavani, lanciato verso l’area dalla punizione abilmente battuta da Campagnaro. Solo Edinson, neanche un difensore da quel lato: un gioco da ragazzi per lui scartare Marchetti e segnare, mentre gli avversari protestavano per un sospetto fuorigioco. Le loro voci erano coperte dall’urlo del San Paolo. «Tutti a Torino», l’appuntamento con la Juve è sabato 20 ottobre e i tifosi non stanno già nella pelle.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
