“Il calcio non sempre è un gioco”, titola questa mattina Gianni Mura nel suo commento su la Repubblica in merito alla decisioni prese da parte del Governo nelle ultime ore: “Sport italiano chiuso un mese per virus. Oppure avanti, ma rigorosamente a porte chiuse. Era ora. Al governo qualcuno ha capito che era inutile, se non dannoso, lasciare che lo sport più popolare e litigioso, il calcio, fissasse da sé le regole, le date, le percentuali di rischio, dando vita a situazioni indecorose, a misure-tampone spesso incomprensibili… Meglio tardi che mai questo teatrino è finito… Non è impopolare dire al calcio che fa parte del Paese, non è una zona france o da privilegiare in casi d’emergenza… Si sta combattendo una guerra ‘oscura’ e senza certezze. E in questa guerra, senza annegare nella psicosi, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte e a rispettare le regole dettate da chi ne sa più di noi. Un mese di blocco o di porte chiuse non sono un dramma, sono una misura realistica. E da accettare senza troppe lamentele. I drammi veri abitano altrove”.
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