Gianni Mura, maestro de “La Repubblica”, interviene a Marte Sport Live. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di IamNaples.it:
“Al di là di ogni modulo, la differenza la fanno gli interpreti. Dimostrazione più tangibile di questa mia tesi è l’Atletico di Madrid di Diego Simeone: lui gioca col 4-4-2 ma non credo che sia lo stesso 4-4-2 del Chievo, per fare un esempio. Ieri sera ho visto un Atletico spaventoso, che triplicava su ogni pallone: è quello a fare la differenza. Il 3-5-2 della Juve? Per restare in tema “numeri”, mi pare che la difesa a 3 stia trovando non poche difficoltà in Europa. Benitez? Sta aiutando il Napoli a crescere ed io mi schiero con chi sta dalla parte del tecnico iberico, a mio modesto parere un percorso di crescita può e deve mettere in conto qualche battuta a vuoto. Per il momento, credo che i pregi di questo Napoli beniteziano siano superiore alle lacune. Ovviamente deve migliorare qualcosa, anche in fase di mercato. Al Napoli manca l’apporto del vero Hamsik e qualche difensore più forte degli attutali. Non è colpa di Benitez se Zuniga s’è fatto male e gli altri esterni come Maggio, per quanto non incline a fare il terzino ‘puro’, lo hanno imitato. Si può aprire un ciclo vincente. Attualmente il Napoli è tra le prime tre forze, farà ancora la Champions, seppur passando per i preliminari e si può aprire un ciclo vincente, ovviamente con un mercato all’altezza. Anche la Juve, per fare un po’ di fantacalcio, se dovesse vendere Pogba senza rimpiazzarlo adeguatamente, perderebbe qualcosa. La moda del calcio? Nel calcio moderno i giocatori sono più divi che atleti, il pioniere in questo senso è stato Beckham: è difficile trovare un giocatore senza tatuaggi. Prima, invece, si era figli del dopoguerra, si conosceva cosa fosse la sofferenza e si aveva un’altra cultura. Il mio problema non riguarda di sicuro i tatuaggi: chi se ne frega! Più che altro mi dispiace che ci si tenda a massificare ed anche i più piccoli, che s’avvicinano al mondo del tifo, si ritrovino affascinati in questo senso.”
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