C’è una novità nella sperimentazione della Video Assistant Referees, cioè dell’assistenza tecnologica per gli arbitri concepita dalla Fifa. Già dal primo anno di test, quindi dal 2016-17, ci saranno simulazioni vere e proprie. Lo prevede il protocollo aggiornato della Fifa che ha inserito questa condizione indispensabile per procedere poi con i test ufficiali nel 2017-18. Anche l’Italia, che ha aderito all’iniziativa, seguirà ovviamente queste prescrizioni. C’è ancora in ballo la questione dei costi da sostenere (un milione complessivo per il primo anno), con Maurizio Beretta e Carlo Tavecchio che si parleranno nei prossimi giorni per trovare un compromesso: la Figc ha già fatto sapere che contribuirà alle spese arbitrali, al resto dovrà pensarci la Lega. Il contratto vero e proprio con la Fifa sarà comunque firmato dalla Lega Serie A, in quanto organizzatore del massimo campionato. Sottoscrivendolo, come sembra probabile, a luglio si potrà partire con le sperimentazioni “offline” a ottobre. Cosa significa? Si tratta di test in partite di Serie A ma senza il coinvolgimento dell’arbitro, solo per l’acquisizione di dati. Da marzo, però, scatteranno i test veri. La Fifa detta le condizioni minime: nel 2017-18 i test ufficiali potranno essere eseguiti in stadi che nel 2016-17 avranno ospitato almeno una simulazione e con arbitri che avranno diretto almeno tre partite “sperimentali”. L’idea è di far disputare una cinquantina di partite a porte chiuse, coinvolgendo una quindicina di arbitri e una decina di stadi di Serie A. Le partite saranno amichevoli non ufficiali, le telecamere utilizzate solo 4-5, i tempi potranno essere ridotti e quasi sicuramente si faranno giocare i ragazzi dei settori giovanili: l’arbitro, però, sarà quello dei test ufficiali e per la prima volta proverà la video assistenza interagendo con chi (ex arbitri?) è deputato alla visione della partita e alla segnalazione di episodi dubbi.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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