ROMA – Quando è tornato a Londra aveva promesso che non avrebbe avanzato alcuna richiesta al suo presidente. Aveva promesso a Roman Abramovich di valorizzare la rosa, puntando sui giovani in squadra. Per un progetto a medio termine, una stagione interlocutoria prima di tornare ai vertici. Poi l’ossessione alla vittoria di José Mourinho ha preso il sopravvento, e le richieste sono cominciate. A cominciare dall’attacco, dove il Chelsea può sì vantare una collezione di centravanti, ma senza garanzie di gol. Un’anemia sotto-porta che se finora non ha condizionato il rendimento né in Premier League né in Champions League, con il proseguo della stagione potrebbe limitarne le ambizioni di vertice.
Perché Demba Ba ormai vive da separato in casa, relegato ai margini della rosa, e Fernando Torres continua a vivere a strappi la sua esperienza allo Stamford Bridge. Qualche gol seguito da lunghi periodi di astinenza. Come se ormai lui stesso fosse il primo non convinto di poter tornare ai suoi massimi livelli, quelli vissuti con la maglia del Liverpool. E anche l’acquisto dell’ultima ora, l’ex Inter Samuel Eto’o, stenta a ritrovarsi dopo i mesi in pensione con la maglia dell’Anzhi. Come sempre Mourinho sta vivendo queste difficoltà con l’abilità di uno stratega, a volte negando le difficoltà realizzative dei suoi attaccanti, a volte stuzzicando gli stessi, nella speranza di spronarli e magari sbloccarli.
LA SFIDA – La realtà è che un centravanti di caratura internazionale è l’obiettivo principale del Chelsea per il mercato invernale. Ormai tutti a Londra sono rassegnati che con i giocatori in organico il Chelsea, pur terzo in campionato a due punti dalla vetta, non possa reggere il passo non solo del Manchester City, di gran lunga la squadra meglio attrezzata, ma neppure dell’Arsenal, soprattutto se Arsene Wenger, come ha promesso, interverrà sul mercato per un attaccante da affiancata a Olivier Giroud. Da qui la “non-richiesta” di Mourinho, immediatamente recepita dalle più alte gerarchie Blues. L’attuale Chelsea dalla cintola in giù se la gioca con tutti, per organizzazione tattica, esperienza e sopratutto carattere. Ma davanti manca di qualcosa, è troppo leggera e inconsistente. Anche così si spiegano le numerose vittorie di misura nonostante una superiorità che spesso è apparsa ben più evidente di quanto riferito dal punteggio finale. Ad Abramovich, il primo oligarca sbarcato nel mondo del calcio, non mancano di certo le risorse. E lui stesso ha saputo riconoscere questo limite, emerso in maniera evidente nella prima parte della stagione.
IL SOGNO – Il patron russo già tre anni fa non aveva esitato a stupire il mondo strapagando il Liverpool per Torres. E quest’anno è pronto a fare altrettanto. Si tratta solo di individuare l’obiettivo ideale. Nasce così l’idea Gonzalo Higuain, un giocatore che Mou conosce molto bene per averlo avuto nei suoi anni a Madrid. Uno dei pochi con i quali il tecnico portoghese non era entrato in rotta di collisione nonostante non fosse un suo titolare fisso. Mou ha sempre apprezzato l’argentino e sarebbe pronto a fare carte false per portarlo in Inghilterra. Ma ieri, nella conferenza stampa di vigilia di Coppa d’Inghilterra, ha voluto giocare di difesa, allontanando l’arrivo di Higuain allo Stamford Bridge. Dichiarazioni inequivocabili che immediatamente hanno fatto il giro dell’etere. «Non c’è stata e non ci sarà nessuna offerta al Napoli – le parole del manager del Chelsea- Loro vogliono vincere lo scudetto e l’Europa League, perciò non credo siano intenzionati a cedere Higuain. Sono consapevole che non possiamo prenderlo» . Poche esplicite parole che spengono ogni sogno di mercato.
Fonte: Il Corriere dello Sport
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