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Morosini, sequestrati i defibrillatori

La Digos di Pescara ha prelevato due strumenti, quello dell’ambulanza e quello che si trovava in campo

Si cerca la verità sulla tragica fine di Piermario Morosini. La Digos di Pescara ha acquisito i due defibrillatori che erano nelle ambulanze della Misericordia e della Croce Rossa in servizio sabato scorso allo stadio di Pescara quando morì il calciatore del Livorno. Il prelievo, secondo quanto si è appreso, è stato disposto dalla magistratura per eseguire accertamenti tecnici sulle memorie dei defibrillatori. Sul campo, quando fu soccorso Morosini, fu portato il defibrillatore della «Misericordia». E la Digos ha iniziato anche ad ascoltare i primi testimoni della drammatica vicenda. Gli investigatori hanno compilato la lista di quanti avevano responsabilità o erano presenti sul campo e fuori e che sono entrati a vario titolo nell’indagine preliminare. L’audizione dei testimoni va di pari passo con l’acquisizione di documenti e cartelle cliniche dello sfortunato giocatore.
Da Pescara a Bergamo. Dove oggi ci saranno i funerali del centrocampista e dove ieri a migliaia hanno visitato la camera ardente. «Ciao Mario, resterai nei nostri cuori» era scritto sul grande striscione degli ultrà atalantini che ha accolto il fiume di persone che saliva silenzioso la scalinata della chiesa del Monterosso, dove è deposta la salma di Piermario Morosini. Amici, conoscenti, anziani del quartiere, tifosi da ogni parte d’Italia. Lungo il corrimano appese tante sciarpe del Livorno e dell’Atalanta, quelle di Roma, Napoli, Palermo. Ne spunta addirittura una degli scozzesi del Celtic, perché questo dolore non ha confini. Poi maglie ovunque, appese al muro ma anche stese davanti alla bara, insieme alla felpa dell’oratorio Monterosso.
Tra la gente comune è spuntato il capitano dell’Inter, Javier Zanetti, accompagnato da Ranocchia, che giocò con Morosini nell’Under 21. Ma si sono visti anche i giocatori del Brescia con l’allenatore Calori, Gigi Maifredi, Omar Torri dell’Albinoleffe, l’atalantino Gianpaolo Bellini e gli ex Fausto Rossini e Marino Magrin, l’ex presidente Alessandro Ruggeri. Il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, ha detto: «Piermario è morto su un campo di calcio, il suo luogo di lavoro. Quindi ci fa pensare a tutti coloro che purtroppo perdono la vita sul posto di lavoro». I volti illustri hanno attirato la presenza, a tratti invadente, delle telecamere. La fidanzata di Morosini non l’ha presa bene. Tramite don Luciano Manenti, l’ex curato di Monterosso che oggi alle 11 celebrerà il funerale, ha chiesto di non essere più ripresa né avvicinata per le interviste. «Lasciateci pregare con tranquillità» ha invocato don Luciano.
Per il funerale oggi sono attese circa ventimila persone, le strade del quartiere saranno chiuse al traffico fin dalle nove. Il Comune di Bergamo ha deciso di allestire un maxischermo allo stadio per consentire a tutti di seguire la cerimonia, che sarà in diretta tv.
Ci saranno anche il presidente della Lega calcio di A, Maurizio Beretta, il presidente della Figc Giancarlo Abete e il ct Cesare Prandelli. Tutti riuniti per l’ultimo abbraccio al ”Moro”, giovane campione uscito dal campo troppo presto. E il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha di nuovo omaggiato Morosini inviando nella camera ardente un gran mazzo di rose rosse, dopo che già l’altro ieri ne aveva inviato uno a Livorno.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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