Fosse per lui, sarebbe già in campo. E invece dovrà aspettare altre 24 ore, Morgan De Sanctis, per riprendersi la porta della Roma. L’ha lasciata a Skorupski, con cui condivide pranzi a base di pesce, consigli e allenamenti, contro il Cesena; la ritroverà domani al San Paolo, in quella che fino a un anno e mezzo fa è stata casa sua. Non ci aveva mai giocato da avversario, lo ha fatto per la prima volta con la maglia della Roma, ritrovandosi faccia a faccia col suo passato e non è che, soprattutto in Coppa Italia, le cose siano andate benissimo. La storia, invece, ha deciso che in finale doveva andare la squadra di Benitez, che poi quella coppa se l’è portata a casa ma senza festeggiare, visto che è stata vinta la notte dell’omicidio di Ciro Esposito. Da quel 3 maggio Napoli-Roma, partita considerata ormai da anni ad alto rischio, è diventata da bollino nero e, anche se proprio De Sanctis è stato l’unico giocatore ad andare a trovare mamma Antonella, il portiere sa che in uno stadio infuocato la sua esperienza sarà fondamentale, soprattutto perché si troverà a guidare una difesa in emergenza. Del suo Napoli è rimasto ben poco, anche se il rapporto con chi lavora in società e con gli ex compagni è ancora ottimo. Se n’è accorto soprattutto Skorupski, che ha trovato in lui (e Lobont) due fratelli maggiori piuttosto che due rivali. Adesso però tempo per i buoni sentimenti non ce n’è, come direbbe Destro — un altro che De Sanctis ha preso sotto la sua ala, con tanto di discorso in chiesa durante il matrimonio — si deve parlare con il campo e non con la voce. E il campo dice che dopo la notte da incubo vissuta contro il Bayern Monaco e la serata di Genova con la Samp dove è apparso meno sicuro del solito, De Sanctis cerca rivincite e cerca soprattutto di tornare ad essere quel punto fermo che è sempre stato dal primo giorno che ha messo piede a Trigoria. Per questo, dopo aver parlato a lungo con Garcia, ha accettato serenamente di riposare contro il Cesena, lui che la panchina l’ha sempre mal digerita e che da Napoli è andato via proprio perché non voleva essere solo una chioccia per un portiere più giovane.
Fonte: Gazzetta dello Sport.
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