Uno scudetto, quello dell’87, il primo della storia, e poi in quello stesso anno, anche la Coppa Italia. Sono i trofei di Moreno Ferrario in maglia azzurra. Ma c’è pure un’altra cosa alla quale l’ex difensore tiene tanto: il podio. Il podio delle presenze di tutti i tempi in campionato. Primo Bruscolotti, secondo Juliano, terzo lui a quota 310 in undici stagioni. Una vita da protagonista. E anche da napoletano.
Eppure?
«Eppure nessuno si ricorda più di me. Sono stato al San Paolo per Napoli-Lecce e nessuno mi ha riconosciuto, salutato, ricordato i vecchi tempi».
Certo, è strano. S’è chiesto il perché?
«Forse perché passo per un tipo odioso, non lo so. Ma fa niente. Non importa. Per me, milanese, essere il terzo azzurro di tutti i tempi dietro due “mostri” napoletani resta un orgoglio senza fine».
Già. Ma che cosa faceva al San Paolo sette giorni fa? Spiava il Napoli per conto del Novara?
«Proprio così. Studio gli avversari e poi racconto a Tesser quello che ho visto”. Attilio, Attilio Tesser, è stato mio compagno di difesa nel Napoli di fine anni Settanta e mi ha coinvolto in questo lavoro. Com’è oggi Tesser? Come allenatore è bravo, bravissimo, ma come uomo è molto di più. E’ davvero una persona straordinaria».
Le piace il lavoro che ora fa?
«No. Il mio posto è il campo. Mi piace insegnare calcio, ma in mancanza d’una squadra faccio volentieri anche l’osservatore. Giro, vedo partite, mi aggiorno… ».
Come l’ha raccontato il Napoli a Tesser?
«Contro il Lecce il Napoli stravinse. Ma anche in un successo largo non sempre tutto funziona come si vorrebbe».
Insomma, gli ha detto di non farsi impressionare da quei quattro gol.
«Premesso che Tesser il Napoli lo conosce bene, mercoledì, quando sono stato a Novarello, gli ho detto che per venti minuti ha sofferto il ritmo, l’aggressività, la capacità del Lecce di stare bene in campo. Certo, poi, se Lavezzi prende palla, se ne infischia della tattica e di tutto, salta l’uomo e suggerisce un gol oppure lo fa proprio lui, beh, a quel punto puoi studiare quanto vuoi, la perdi comunque la partita».
Quindi, quel che ha suggerito a Tesser è stato più o meno questo: ritmo alto, pressing e occhio soprattutto al Pocho.
«Sì, come sintesi va bene. Ma sempre tenendo bene in mente che sono i calciatori che fanno un buon allenatore e non il contrario. Almeno, non sempre».
Ora con chi ce l’ha?
«Con nessuno in particolare. Ma visto che gli allenatori, penso a quelli di A, sono bravi e più o meno tutti preparati allo stesso modo, la differenza alla fine la fa chi metti in campo. Insomma, non è la stessa cosa avere o non avere in squadra un Lavezzi o un Ibrahimovic, no?».
Sicuramente no. Ma si diceva del Napoli. Non trova straordinario che in sette anni sia passato dalla C agli ottavi della Champions?
«E’ straordinario. In verità anche il Novara è passato dalla C alla A, ma ovviamente le storie sono differenti. Così come le attese».
Parli chiaro.
«Il Novara non può avere che la salvezza come suo unico obiettivo. Il Napoli, invece, non può continuare a sentirsi dire solo che è bello, bravo e forte. Ora basta. Ora il Napoli deve dare un senso a quel suo essere bello, bravo e forte. Insomma, deve cominciare a vincere qualcosa. E secondo me poteva farlo già. Sì, credo che l’anno scorso abbia perso una grandissima occasione per essere primo e vincere il terzo scudetto della storia».
Ci sta andando giù duro, caro signor Ferrario.
«Non è vero. E’ che parlo da tifoso. E come tifoso voglio tornare a vincere qualcosa».
Quest’anno il Napoli ha qualche speranza?
«Me lo auguro. Ma arrivasse anche ai quarti di Champions e poi non si classificasse almeno terzo in campionato, alla fine cosa gli resterebbe? Che cosa direbbero i tifosi: va bene così, ci accontentiamo, oppure si griderebbe al fallimento?».
Lei cosa farebbe?
«Io non sarei affatto soddisfatto. Per questo mi auguro che il Napoli, partita col Novara a parte, riprenda la sua corsa in campionato e punti in alto, molto in alto. Mi piacerebbe dire al primo posto, ma tutto fa pensare che lo scudetto alla fine sarà un affare tra il Milan e la Juve».
E il terzo posto-Champions, invece?
«Se la vedranno il Napoli e la Lazio. Non credo, invece, molto all’Udinese».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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