Clamoroso rivelazione nel corso di un’udienza del processo Telecom in corso di svolgimento al tribunale di Milano: in aula depone, dopo una convocazione andata buca per malore, Giuliano Tavaroli.
L’ex capo della security di Telecom e Pirelli manda in pesantissima contraddizione anni di versioni interiste e di Moratti soprattutto sulla vicenda dello spionaggio ai danni di De Santis, ma anche di utenze dei dirigenti juventini Giraudo e Moggi, dello stesso arbitro De Santis (che chiede 21 milioni di risarcimento per lo spionaggio Telecom), i designatori Bergamo e Pairetto e alcune utenze Gea. Tavaroli sotto giuramento ai giudici di Milano conferma quanto asserito in fase d’indagine su Calciopoli e contestato (con la Figc che credette al numero uno interista) che fu proprio Moratti e l’Inter a commissionare la cosiddetta «Operazione Ladroni».
Il presidente dell’Inter, insomma, diede mandato a Giuliano Tavaroli di preparare un rapporto illegale e di relazionarlo su ciò che riguarda in particolare la vita dell’ex arbitro De Santis. Tavaroli lo ha ammesso rispondendo a una domanda di Irma Conti, legale di De Santis.
Tavaroli, testimone-imputato di reato connesso, all’ avvocato, parte civile nel processo, che gli ha domandato da chi fosse stato contattato per il dossier intitolato «Ladroni», ha risposto «da Moratti» aggiungendo che era stato commissionato per conto «dell’Inter». Inoltre ha precisato di aver preso contatti con l’allora dirigente neroazzurro Giacinto Facchetti per i termini organizzativi dell’operazione. E quando il legale ha chiesto se dunque l’input provenisse da Moratti, Tavaroli ha confermato con un deciso «sì».
Come risulta agli atti dell’inchiesta, il dossier che riguardava De Santis e altre quattro persone, tra cui l’ex direttore sportivo del Messina e Genoa, Mariano Fabiani, ed il guardalinee Enrico Cennicola, è stato confezionato tra il gennaio e il luglio del 2003. Dell’operazione aveva anche parlato l’investigatore privato Emanuele Cipriani, ora imputato al processo milanese con una decina di persone.
Cipriani, il 13 ottobre 2006, aveva messo dichiarato a verbale: «Tavaroli si limitò a dirmi che De Santis era un arbitro che molto probabilmente prendeva i soldi e che occorreva controllare società sportive in Calabria per verificare un possibile collegamento con De Santis. L’incarico – aveva sottolineato nel corso della sua deposizione l’investigatore privato – mi venne conferito da Tavaroli in Pirelli ed io fatturai alla Pirelli su richiesta espressa di Tavaroli»
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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