Taccuino e aplomb inglese. Ora che ha smesso di allargare le braccia evocando quei voli mimati, l’ex aeroplanino Vincenzo Montella, 37 anni da Castello di Cisterna, fa l’allenatore di quel Catania che stasera sfida il Napoli. Partita sentita, al punto che sono stati convocati 28 giocatori: l’intera squadra, un record. Nel 2009, dopo 141 gol e 283 presenze in serie A, l’attaccante iniziò la carriera in panchina, nei giovanissimi della Roma. A Natale ha regalato a tutti i suoi ragazzi un libro, «L’alchimista» di Paulo Coelho con una dedica speciale:
«Per capire come inseguire un grande sogno».
È la sua prima sfida al Napoli da allenatore: emozioni particolari?
«Da quando faccio l’allenatore non ho più tempo per farmi sopraffare dai sentimenti. Troppe le cose a cui pensare prima di una partita. Alle 18, chissà…».
Ha mai avuto rimpianti per non aver giocato nella sua carriera con il Napoli?
«Ci sono andato vicino qualche volta, poi c’è stato sempre qualche intoppo e non si è mai concretizzato. Certamente mi sarebbe piaciuto ma non è un rimpianto».
In una città come Napoli piena di problemi, il calcio aiuta a dimenticare i guai di tutti i giorni?
«Sicuramente si, adesso poi c’è un grandissimo entusiasmo e si vive anche di sogni, e quindi questo aiuta a far in modo che le persone si dimentichino per un po’ dei problemi di ogni giorno rifugiandosi nel calcio e nelle vittorie».
Anche lei avrebbe messo la Champions davanti al campionato come sta facendo il club azzurro?
«Ma io credo che questi discorsi siano più nelle parole che nei fatti veri e proprio perché non credo che si possa scegliere tra le due competizioni. E poi il Napoli sta dimostrando di fare bene anche in campionato, quindi…»
Stasera nella testa del Napoli potrebbe esserci più il Bayern che il Catania…
«Non credo. Il Napoli è la squadra peggiore da affrontare in questo momento anche perché costringe gli avversari a giocare male. Va a memoria, quando attacca è spaventoso per il numero di giocatori che porta in area avversaria. E poi c’è Maggio: è un campione completo, efficace e forte fisicamente».
Che gara sarà?
«Non particolarmente spettacolare. Dovremo essere cinici e saper attendere il nostro momento. Siamo reduci da cinque risultati utili, vogliamo continuare la serie positiva».
Una gara che dividerà amici e parenti di Castello di Cisterna?
«La mia famiglia sicuramente farà il tifo per me, anche perché mio padre per fortuna non è molto tifoso. E io tifoso non sono stato mai di una squadra in particolare. Gli amici? Penso che saranno molto combattuti, ma alcuni già lo so che tiferanno per me. Almeno oggi».
In un futuro si vede sulla panchina del Napoli?
«Troppo presto per parlare di sogni. Ora devo vincere più partite possibili con il mio Catania. A cominciare da questa sera».
Chi le sue favorite per lo scudetto?
«Napoli, Milan e Juventus».
Cosa ha il Mazzarri allenatore, che lei ha avuto per un anno nella Samp, che le piace?
«Il fatto che riesce ad essere chiarissimo con i suoi giocatori spiegando cosa si aspetta da loro sia che giochino sia che restino in panchina».
Cosa pensa delle critiche agli allenatori giovani come lei di ritrovarsi in serie A senza aver fatto gavetta?
«Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni e poi non è detto che la mia inesperienza sia per forza uno svantaggio, a volte anzi ti permette di essere piu incosciente, che non sempre è un male…».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
