Possibile che c’è una Champions League diretta da conquistare a tutti i costi e si parla sempre della stessa cosa. Secondo me viene prima il calcio giocato e poi il futuro del Napoli. Sento in giro sempre le stesse cose sulla squadra azzurra e soprattutto su chi la allenerà il prossimo anno. Mazzarri è sistematicamente prigioniero della solita frase: “cosa farà a fine stagione?”. Fortunatamente ha imparato a rispondere con la massima tranquillità. Anche perché i risultato gli stanno dando ragione. A mio parere penso che lui abbia già deciso ma sta aspettando il giusto momento per far sapere a tutti la sua scelta. Se non ha ancora sciolto le riserve significa che ha le sue buone ragioni. Io non credo che stia valutando concretamente le altre offerte. Anche perché si vocifera solo di qualche interessamento da parte della Roma. L’Inter, poi, è decisa più che mai a riconfermare Stramaccioni. La verità è che Mazzari è ad un bivio. Se deve restare allora l’obiettivo fin dall’inizio è lo scudetto. Dopo un secondo posto del genere e con l’eventuale partenza di Cavani rischia di fare brutte figure. Ecco, quindi, che vuole assicurarsi che De Laurentiis gli compri dei calciatori ben precisi per poter arrivare al massimo. Non dimentichiamo che l’anno prossimo ci saranno due competizioni importanti, oltre alla Coppa Italia. Nella prima esperienza in Champions ci poteva stare di concentrarsi solo su questa, ma dopo aver imparato la lezione bisogna cambiare. E lo si fa solo organizzando una rosa capace di poter lottare su due fronti. Ma non a chiacchiere ma a fatti. Non lo devo dire io cosa ha fatto il Napoli in Europa League quest’anno. Eppure ad inizio stagione tutti dicevano che c’erano due calciatori validi per ogni ruolo. Non è vero. Così come in passato il Napoli ha giocato quasi sempre con gli stessi tre centrocampisti. Donadel è stato impiegato in campo internazionale mentre in campionato non è mai stato preso in considerazione. È difficile capire chi possa prendere il posto di Mazzarri nel caso in cui dovesse andare via. Non mi dispiacerebbe uno come Dunga anche se io sono per i tecnici nostrani. Di quelli che conoscono bene la piazza. Uno che viene da fuori ci mette più tempo ad adattarsi. La piazza azzurra, poi, non è per niente facile. Lo so bene io e tutti gli allenatori che ci sono stati nel corso degli anni. Le pressioni sono tante, bisogna combattere ogni giorno non solo con il campo ma anche con chi sta fuori. E parlo della stampa, dei tifosi. Per amor del cielo, tutto fa parte del gioco, ma a Udine o a Bologna non è la stessa cosa. L’addio di Cavani potrebbe lasciare un po’ di amaro in bocca all’inizio ma nel calcio si va avanti. Il Milan ha venduto Ibrahimovic ma poi a gennaio ha preso Balotelli. Non credo che a Milano si siano strappati i capelli. Si sa che le bandiere di una volta non esistono più. Ognuno pensa a migliorare. Cavani ha mercato, ha fatto bene negli ultimi anni e di conseguenza lo vogliono tutti. Segnare trenta gol a stagione non è da tutti. La cosa importante è che con i 63 milioni della clausola si rinforzi la squadra degnamente. Poi starà all’allenatore mettere in condizione i nuovi arrivati di fare bene. Chi sapeva già tre anni fa che Cavani diventasse Cavani?
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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