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Mondonico: «Cechi deboli gli azzurri hanno orgoglio»

Il tecnico è arrivato con il Torino alla finale Uefa nel 1992

Un fermo immagine che ha fatto la storia del calcio italiano. Ma quello era un altro calcio. Siamo nel ’92, finale di ritorno di Coppa Uefa tra Ajax e Torino, all’ennesima malefatta arbitrale Emiliano Mondonico si alza dalla panchina granata e agita minacciosamente in aria la sedia dove si era accomodato a inizio gara. «Per quel gesto beccai una giornata di squalifica. Ho sempre sognato di scontarla ma non è stato possibile perchè non ho più conosciuto l’emozione di una partita europea». Carriera lunghissima con un’esperienza anche sulla panchina del Napoli, negli anni Novanta è stato tra gli allenatori più gettonati. Alla guida di Atalanta e Torino ha raggiunto i traguardi più significativi, specialista soprattutto in partite di Coppa. Nell’88 portò l’Atalanta in semifinale di Coppa delle Coppe, eliminato poi dai belgi del Mechelen, nel ’92 la storica finale persa dal Torino con l’Ajax. «Tutte le sfide di Coppa hanno un fascino particolare».
Al San Paolo è finita 0-3 contro il Vikoria: Napoli fuori?
«Anche io sono rimasto sorpreso dall’esito del match, mi aspettavo ben altro risultato. Da una parte lo 0-3 non ammetterebbe discussione. Dall’altra esiste la consapevolezza che l’avversario non è di quelli impossibili: il miglior Napoli ne avrebbe fatto un sol boccone. Forse in parecchi giocatori c’è il desiderio di tentare l’impresa perchè a nessuno fa piacere uscire da una manifestazione importante per mano di avversari inferiori».
Mazzarri ha convocato tutti i titolarissimi: il Napoli se la giocherà fino alla fine per l’impresa?
«Non lo so, bisognerebbe essere nella testa del tecnico per conoscere le sue intenzioni. Il fatto di aver portato tutti in trasferta può essere un indizio ma più semplicemente anche un forte segnale di coesione alla squadra, un richiamo alla compattezza visto che nelle ultime partite il Napoli non è stato per niente brillante».
Ma lei se la giocherebbe?
«La tentazione c’è. Se hai una squadra forte, puoi pensare a una partenza sprint e a mettere subito un pallone nel sacco. A quel punto potrebbe accadere di tutto. Ma nessuno meglio dell’allenatore può conoscere la condizione del gruppo: per intenderci, Mazzarri sa perfettamente se un’impresa del genere è nelle corde della sua squadra perchè solo lui ha il polso della situazione».
Al Napoli converrebbe andare avanti?
«Non è un discorso di convenienza ma di prestigio. A una squadra blasonata non puoi fare il discorso: esci dal torneo perchè non ti conviene. Il Napoli ha l’obbligo di provarci sempre, non può permettersi il lusso di uscire per scelta».
Però è un dato di fatto che le formazioni italiane metabolizzano male i doppi impegni: perchè?
«Forse non possediamo la giusta mentalità e non abbiamo forza sufficiente per ambire a entrambi i traguardi. A livello internazionale altri club più prestigiosi preparano probabilmente meglio questo tipo di appuntamenti. Non è un caso se dopo un turno infrasettimanale di coppa, nessuna squadra riesce a vincere in campionato, non vi pare?».
In virtù di questo principio, il Napoli sarebbe allora favorito sulla Juventus?
«Diamo per scontato il passaggio dei bianconeri ai quarti, quindi dovranno disputare altre due partite di grande livello. È sacrosanto che quando arrivi a certi livelli in Europa, qualcosa devi pagare in campionato sul piano della concentrazione. Sì, la Juve potrebbe accusare altri colpi a vuoto. Ma la domanda è: il Napoli saprà approfittare visto che finora ha bucato tutte le occasioni che si sono presentate, compresa quella di domenica?».
Sarà decisivo lo scontro diretto al San Paolo?
«Se non decisiva, quella partita dirà tantissime cose perchè verrà dopo un turno di campionato che sulla carta è nettamente favorevole alla Juve».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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