Emiliano Mondonico ha rilasciato un’intervista ad “Il Mattino” commentando le mancanze del Napoli a livello offensivo. “Lo schema di base sarà il 4-3-1-2: chi farà la seconda punta? – si chiede l’ex allenatore del Napoli – La punta centrale sarà Higuain e non si discute. Non vedo però al suo fianco un elemento con doti tipiche della seconda punta. Per me Gabbiadini, Callejon, Insigne e Mertens sono degli esterni alti, perfetti per l’idea di calcio di Benitez ma non per gli schemi di Sarri. La mia teoria è che Insigne e Gabbiadini non sono delle seconde punte, quindi qualcuno va sacrificato e qualcun altro va acquistato con queste specifiche caratteristiche. Se dovesse rimanere tutto così, il mio ordine di preferenze è il seguente: Insigne, che è abile e scattante, quindi può trovare facilmente l’intesa con Higuain. Poi vedo Gabbiadini ma non considero assolutamente Callejon e Mertens delle seconde punte. Trequartista? Mi piace più Hamsik che Insigne. Lo slovacco non rende al massimo nella linea mediana a tre. Marek è perfetto in un centrocampo a forma di rombo, Valdifiori centrale davanti alla difesa con due mediani ai fianchi e Hamsik vertice alto. A centrocampo si passerebbe a tre ed è già un bel filtro rispetto allo scorso campionato. A due era impossibile fronteggiare gli avversari. Sarri si gioca la faccia sulla difesa, la vera novità dell’Empoli era impostare la linea di contenimento. E’ un discorso di metodo, non di uomini. E quando il tecnico insiste sul concetto di giovani, si riferisce ai difensori. Le metodologie che apporta sono rivoluzionarie, quindi è più semplice insegnare ai ragazzi. Valdifiori ed Hysaj ad esempio sono cresciuti con lui e negli anni hanno assimilato alla perfezione certi meccanismi. Non so se potrà ottenere gli stessi risultati con un calciatore come Albiol che in tutta la carriera ha giocato in maniera completamente differente. Glielo auguro. Un allenatore quando comincia la fase del precampionato ha già bene in mente chi saranno i titolari e chi le riserve. I chiarimenti devono essere personali. Bisogna affrontare le questioni faccia a faccia e non in gruppo, senza perdere l’essenzialità dei discorsi. A Napoli la pressione è notevole: c’è la tensione di chi ha paura e la tensione di chi vuol vincere a tutti i costi. L’ideale sarebbe puntare su calciatori che hanno una discreta esperienza, e non solo su ragazzi di belle prospettive”
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