Guardare la Coppa dei Campioni conquistata dalla mitica squadra di pallanuoto della Canottieri Napoli nel 1977, e fieramente esibita in occasione delle celebrazioni per i 100 anni di storia del circolo del Molosiglio, evidentemente lo ispira: «L’anno prossimo vogliamo lo scudetto». Generoso come sempre, Lorenzo Insigne: uomo squadra irriducibile, sempre pronto al sacrificio per la squadra. Tutto giusto, tutto bello: in questi giorni, però, c’è una priorità personale che si chiama Mondiale. «E fino alla comunicazione della lista dei 23 avrò un po’ d’ansia?» .
LA TENACIA. E allora, il giovane Lorenzo tra i centenari. Sì, cento anni di vita e vittorie del glorioso Circolo Canottieri Napoli, celebrati con il convegno organizzato dall’Ussi, “Un secolo di campioni”, e dieci giorni di sofferenza. “Di ansia”, giusto per citare alla lettera l’espressione utilizzata con straordinaria sincerità e immensa semplicità. « La convocazione nella pre lista è una grande soddisfazione. E’ un sogno. Ringrazio Prandelli, ma ovviamente non posso fermarmi: a Coverciano dovrò fare di tutto per convincerlo a portarmi in Brasile. Incrociamo le dita».
I SACRIFICI. Il toto-nomi impazza: chi è il suo primo concorrente, Cassano? Chi le contende il posto? Domande necessarie e diplomatico silenzio. Che poi diventa orgoglio quando gli ricordano che Rafa, nella notte della finale di Coppa Italia, la sua notte, dichiarò senza mezzi termini che il suo gioiello avrebbe meritato il Mondiale. «Lo ringrazio per le belle parole, lui mi conosce bene: sa chi sono e come mi ha utilizzato» . Discorso consolidato: ha parlato spesso, Insigne, dei sacrifici tattici per il bene comune. «Ho segnato poco? Beh, Prandelli non guarda soltanto questo, anzi valuta soprattutto la capacità di mettersi a disposizione della squadra. Ecco, la cosa fondamentale è sapere di avere dato il massimo per il gruppo in tutte le situazioni e in tutti i ruoli: spero che anche il C.t. lo capisca, ma comunque accetterò ogni sua decisione. E lo ringrazio a prescindere».
VOGLIA SCUDETTO. Poi, amarcord pescarese: «Non ho ancora sentito Immobile e Verratti». Beh, magari non ieri mattina. «Ma ovviamente sarebbe fantastico andare tutti insieme in Brasile». E allora, un bell’in bocca al lupo a ognuno di loro e poi sotto con il Napoli. Che di Lorenzo è la certezza. «Abbiamo disputato una grande stagione, anche se ci aspettavamo qualcosa in più: abbiamo dato tutto per centrare l’obiettivo-scudetto, ma alla fine siamo stati comunque felici per la conquista della Coppa Italia, del terzo posto e della qualificazione ai preliminari di Champions». Giusto per cominciare, vero? «Sì, vorrà dire che nella prossima stagione avremo uno stimolo in più per puntare allo scudetto. Peccato non esserci riusciti già quest’anno, però ci riproveremo subito».
RECORD E DUBBIO. Alla vigilia dell’ultima partita, di domenica al San Paolo con il Verona, il Napoli è a quota 99 reti e punta il record di 100: ci pensa lei? «Magari!». Ieri in allenamento, però, ha accusato qualche piccolo fastidio: si vedrà. In ogni caso, se ci fosse stato il cannibale Cavani avrebbe avuto meno chance. «Edi viveva per segnare, Higuain invece gioca più per la squadra. Sono due grandi attaccanti, auguro a entrambi il meglio». Il Pipita è lo specchio di Benitez: «Chiunque gioca dà sempre il massimo per il gruppo: siamo tutti attaccanti giovani, in campo c’è grande feeling».
Fonte: Corriere dello Sport
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