Giuseppe Fiorentino, direttore della Pneumologia del Monaldi che da quattro mesi ha trasferito gran parte dei suoi uomini e della sua esperienza al Cotugno ha parlato così ai microfoni di repubblica:
«Con i dieci contagi di ieri abbiamo superato quota 5000. E non sono pochi in quattro mesi. Parliamo di cifre partite da poche unità, diventate migliaia e poi rientrate in termini accettabili. Il virus è subdolo e insidioso”.
C’è stato il picco e poi il calo, ma adesso i contagi sembrano in aumento. Come interpreta la pandemia in base ai numeri e cosa ci si deve aspettare?
“Anche se piccoli saranno a mio avviso per molto tempo presenti: piccoli micro focolai con noi a corrergli dietro per arginarli. Ricordiamo che l’un per cento degli infettati ha una patologia seria e il sei per cento dei ricoverati ci lascia la pelle. Anche le mascherine sembrano diventate un “accessorio”. Dal lockdown al “tutti liberi”, il passaggio è stato troppo brusco?
“Sì, è così. Con tante motivazioni per carità, ma abbiamo l’esempio degli effetti negativi di Spagna e Germania, per non parlare degli Stati Uniti. Di certo pochi si attengono a quanto è stato consigliato. Nei negozi si entra senza mascherina, i commercianti e gli altri clienti spesso rispondono con superficialità e tracotanza all’invito di rispettare le regole. A nessuno piace indossarla, ma è per una sicurezza per se stessi per gli altri”.
Cosa teme di più?
«Le persone che negano la malattia e che non considerano le misure contenitive. Il virus non cammina né vola, viaggia attraverso di noi».
Come ci si deve comportare sulle spiagge, nei ristoranti e nei luoghi pubblici?
«Distanziamento, lavaggio delle mani, evitare luoghi chiusi specialmente senza mascherina, non manipolare la mascherina in continuo. Forse fino ad ora siamo stati graziati dal virus e speriamo che non si svegli ancora».
Le discoteche dovrebbero restare aperte?
«All’aperto, con buon distanziamento. Al chiuso o con aria condizionata, sono bombe ad orologeria. Poi diamo anche un nome fasullo all’ingresso e il gioco è fatto. Il virus vi ringrazia. Chi ha più neuroni, il virus o l’uomo?».
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