Potrebbe accadere in ossequio alla ragion di stato, dunque per le conseguenze del rendimento opaco di questo ultimo mese di campionato. Oppure per semplice spirito di conservazione, perché non è il caso di complicarsi ancora la vita contro le squadre piccole che del gioco del Napoli sembrano aver imparato praticamente ogni cosa. O ancora per logiche considerazioni tattiche, visto che il Chievo potrebbe giocare con due attaccanti esterni e a Mazzarri manca Cannavaro. O forse per tutte queste cose insieme. In ogni caso, il tecnico azzurro sta pensando sempre più a un Napoli col 4-3-1-2, ossia esattamente il modulo che da più parti gli viene consigliato di adottare da alcune settimane.
L’assenza per squalifica di Cannavaro potrebbe spingere il tecnico di San Vincenzo a puntare su una difesa a 4, come nel secondo tempo con il Genoa a Marassi, dopo l’uscita dal campo del capitano azzurro per infortunio. Maggio e Dossena sugli esterni, con Aronica e Campagnaro (o Britos a prendere il posto di uno dei due). Poche chance di vedere in campo Fernandez. Da verificare la posizione di Hamsik, se da trequartista puro o da attaccante esterno (ma potrebbe anche scivolare in panchina), mentre un posto per Pandev, Lavezzi e Cavani appare praticamente certo. Non sono dettagli, in fondo.
Certo, non di solo modulo vive una squadra, ma degli uomini che lo interpretano. E su un punto Mazzarri ha perfettamente ragione: il Napoli è tra le squadre che tira più volte contro la porta avversaria. Il Napoli è al quarto posto, dietro la Juventus, la Roma e l’Inter e più o meno come il Milan di Massimiliano Allegri. Ma la posizione migliora nella speciale classifica delle conclusioni nello specchio della porta: qui gli azzurri sono secondi, alle spalle dei bianconeri di Conte. Tutto scolpito nei numeri e nei fatti. Tuttavia il Napoli non segna in proporzione di quanto tira, nonostante abbia comunque il terzo attacco del campionato: il Milan, per esempio, di gol ne ha realizzati sette in più (36 contro 43). Elevatissimo il potenziale offensivo: Cavani ha tirato 65 volte verso la porta (12 gol fatti), mentre Lavezzi, Pandev e Hamsik rispettivamente 34, 29 e 26 volte.
La differenza la fanno i gol subiti (solo l’Inter tra le big ne ha incassati di più). Non è solo una questione di organizzazione, chiaro. Il calo della vecchia guardia, dei suoi «invincibili» esibiti con orgoglio fin qui, è ovviamente imputabile principalmente alla condizione di forma. Hanno giocato troppo fino ad adesso. E in vista del Chelsea, che arriva otto giorni dopo la gara col Chievo, ovvio che Mazzarri cominci già a pensare alla serata di Champions.
Ci sono almeno tre punti sui quali Mazzarri (e il suo staff) stanno incidendo in maniera decisiva. Il primo. Modulo a parte, il tecnico è consapevole di quanto siano importanti i giocatori, soprattutto quelli bravi. Così sta lavorando per esaltarne le caratteristiche, a cominciare da quelle di Lavezzi e Inler. Siena (e la serata di Coppa Italia) potrebbe essere stato lo spartiacque della stagione: potrebbe condizionare le scelte future (è il momento di dare fiducia a Fernandez, Britos e Grava, nonostante le perplessità del tecnico), gli umori, persino la condizione psicofisica delle prossime settimane. Non a caso gli azzurri sono tornati ad allenarsi solo ieri pomeriggio, dopo aver usufruito di una giornata di riposo. E oggi l’allenamento è solo pomeridiano.
Christian Maggio, che ieri ha festeggiato i suoi 30 anni, spiega che crede nella reazione del suo Napoli: «Abbiamo un incontro importante col Chievo, un avversario che ci ha sempre dato filo da torcere. Vogliamo risalire anche in campionato perchè siamo consapevoli della nostra forza. In questo momento abbiamo bisogno del sostegno dei tifosi. Stiamo disputando una stagione intensa, abbiamo fatto cose straordinarie in Champions e possiamo conquistare la finale di Coppa Italia».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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