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Modello Mazzarri prudente e letale: una vittoria nel segno dei cambi

L’analisi del match contro il Cagliari ad opera di Adriano Bacconi

Stessa idea di calcio, stesso modulo tattico, stesso uomo chiave. Coerentemente col suo passato e le sue gerarchie Mazzarri conferma se stesso all’Is Arenas e strappa quei tre punti necessari per ottimizzare la sconfitta della Juve e tornare a far sorridere la classifica. Un atteggiamento orientato alla prudenza, a causa anche di un attacco decapitato dalle assenze pesanti, il 3-5-2 come da tradizione, con Dzemaili interno sinistro, a fungere da guastatore alla Hamsik e lo slovacco, ancora una volta, man of the match.
La partita del Napoli si capisce già al 2′. La squadra si raccoglie nella propria metà campo e lascia il pallino ai pimpanti padroni di casa. Sau cerca il trequartista Thiago Ribeiro per vie centrali. Inler intuisce, intercetta e riparte. Dzemaili accompagna la sua avanzata, riceve palla oltre il cerchio di centrocampo, avanza deciso verso l’area di rigore avversaria e batte a rete di sinistro. Il tiro è debole e centrale, ma il canovaccio è segnato.
Gli azzurri dopo gli svarioni difensivi messi in evidenza negli incontri di novembre con 14 occasioni e 5 gol concessi a Torino, Genoa e Milan hanno bisogno di ritrovare certezze. L’unica via è aumentare il filtro davanti al pacchetto arretrato, bloccando Behrami e Inler a protezione. Ne traggono indubbiamente vantaggio i difensori che possono affrontare gli sguscianti attaccanti isolani in spazi più stretti e con il conforto di raddoppi sistematici.
Certo il Napoli non dà mai l’impressione di avere la partita sotto controllo al 100%, il Cagliari è avversario complicato da contenere. Lopez sa che il modo migliore per mettere in crisi la difesa partenopea è non darle punti di riferimento. Maggio e Zuniga non spingono come d’abitudine. Le finalizzazioni degli ospiti arrivano solo da scorribande verticali affidate ai due davanti. Hamsik fatica a trovare la posizione, non abituato a muoversi spalle alla porta. Allora è Insigne a prendere un po’ di più l’iniziativa. Le azioni che lo portano più volte al tiro nel primo tempo sono abbastanza estemporanee ma la seconda conclusione è di quelle che potrebbe lasciare il segno. Vince il tackle con Nainggolan, dribla facilmente Ariaudo e di destro piazza un parabola ad effetto che scavalca Agazzi e va a sbattere sull’interno del palo… il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette…
Il Cagliari reagisce aumentando ancora il ritmo, buttandosi nella partita con ancor maggior foga. Ma il Napoli cerca di gestire la palla con più calma e quando può affonda in colpo, al 31′ con Dzemaili riparte a destra e lancia lungo ancora Lorenzinho, abile a saltare Pisano con un dribbling a rientrare, un po’ meno nel battere a rete, non centrando la porta da pochi metri.
Il primo tempo si chiude con il Cagliari avanti come possesso palla e palle giocate in attacco ma con il Napoli forse più incisivo in zona tiro. Non può, nell’intervallo, non attraversare la mente dei tifosi il rammarico per le assenze di Cavani e Pandev, visto anche il primo tempo abulico di Hamsik.
Nella ripresa si accentuano le tendenze della prima parte della gara. A tratti il predominio territoriale dei padroni di casa si trasforma in assedio. I rossoblu alzano ancor più il baricentro e il pressing diventa ultraoffensivo. Il Napoli soffre, Mazzarri si sbraccia dalla panchina invitando la squadra a salire. Gli azzurri stanno in partita sul piano nervoso e fisico. Entrano Mesto e Vargas per Maggio e Dzemaili. È la svolta. Il Napoli ritrova il possesso palla con Hamsik tra le linee e con due punte vere che allungano un po’ la squadra avversaria smorzandone il pressing. Lo slovacco nei due minuti che precedono il gol tocca la palla 12 volte, più di quanto aveva fatto per tutto il match. Non è un caso che la rete nasca dalla prima azione corale del Napoli dal fischio d’inizio. Hamsik prima invita Inler al seguire l’azione centralmente, poi crea superiorità numerica a sinistra accompagnando la discesa di Zuniga, infine si butta in area da par suo andando a recuperare una palla sporca e freddando senza pietà Agazzi. È il gol che chiude il conto e rimette il Napoli in scia Juve.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

 

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