Non poteva passare come una presenza inosservata, tanto più quando a muoversi contemporaneamente sono sia la Digos che i carabinieri. Ieri pomeriggio, al Centro Sportivo Euganeo, c’erano entrambi – due agenti dell’Ufficio politico della Questura e una pattuglia di militari dell’Arma della vicina stazione di Treponti di Teolo – a vigilare sul Padova e in particolare su Aniello Cutolo. Motivo? Minacce arrivate al giocatore via Facebook dopo il derby di Verona.
Bersagliato da fischi, cori e insulti sin dalla fase di riscaldamento pre-partita dai tifosi gialloblù, e oggetto di una pesante contestazione dopo il gol dell’1 a 1, il 28enne partenopeo aveva segnalato alla società biancoscudata di essersi visto chiudere mercoledì, dai responsabili del social network, la sua pagina internet per la quantità “industriale” di offese ricevute dai veronesi. Ma, oltre a questo, a preoccupare i dirigenti sono state un paio di segnalazioni ricevute da un proprio osservatore presente mercoledì sera al Bentegodi per Chievo-Napoli: «voci» di un raid punitivo nei confronti dell’attaccante da parte di esagitati proprio a Bresseo. Una spedizione che sarebbe partita dalla città scaligera allo scopo di «dare una lezione» a Cutolo, il quale dopo aver segnato si era lasciato andare ad una reazione plateale, portandosi le mani alle orecchie (come per dire: “Fatemi sentire adesso i fischi”), correndo all’impazzata verso la curva degli ultras di casa e infine battibeccando con l’allenatore avversario Mandorlini, al quale aveva urlato: «Ti ha fatto gol un terrone. Un terro
ne, un terrone, un terrone…».
La reazione. Il tecnico degli scaligeri, che aveva risposto per le rime, era stato espulso dall’arbitro Ciampi, e anche in seguito a questa decisione gli animi si erano ulteriormente riscaldati. Dopo la partita, un centinaio di persone aveva aspettato i giocatori all’esterno del recinto dov’erano parcheggiati i pullman delle squadre, e alla vista di Cutolo erano partite nuove contestazioni.
Perchè quella reazione di Aniello? Perchè, oltre alla sequela impressionante di improperi scatenatagli contro dagli spalti (i tifosi non gli hanno mai perdonato di aver sbagliato nella gara d’andata del playout di B a La Spezia il gol del 2 a 0, che sarebbe stato decisivo perchè poi il Verona perse 2-1 al ritorno e i liguri si salvarono, condannando alla retrocessione in C/1 i veneti), l’esterno napoletano non aveva gradito gli sfottò proprio di Mandorlini ai meridionali in occasione della presentazione ufficiale della sua squadra al pubblico, il 19 luglio. Quella sera l’allenatore di Ravenna intonò un coro caro agli ultras gialloblù: “Ti amo terrone”, a sfondo ironico dopo che a giugno aveva vinto lo spareggio playoff con la Salernitana. Un episodio costatogli il deferimento alla Procura federale (che ancora deve pronunciarsi in merito).
Vigilanza. Cutolo avrebbe dunque replicato a modo suo alla “provocazione” di Mandorlini, ottenendo la solidarietà di altri compagni, come Schiavi. E questo ieri ha spiegato il giocatore agli agenti della Digos padovana, con i quali ha parlato alcuni minuti davanti allo spogliatoio prima dell’allenamento, mostrandosi sereno. Agenti che sono rimasti sino alla fine della seduta: il giocatore ha poi lasciato il Centro sportivo sulla Range Rover nera di Italiano. Oggi, comunque, i carabinieri torneranno a Bresseo per controllare che non ci siano problemi.
La Redazione
C.T.
Fonte: Il Mattino di Padova
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