Il pensiero di Mimmo Malfitano
“Dalla Coppa Italia sollevata dalle mani dei giocatori e idealmente da milioni di tifosi: è da lì che bisogna partire. La vittoria più bella del Napoli dai tempi di Maradona è un capolavoro con tante firme: la squadra, l’allenatore Mazzarri, i tifosi, il presidente De Laurentiis. Sarebbe sbagliato considerarla un un semplice, per quanto emozionante, punto di arrivo. Al contrario: può e deve essere un punto di partenza, l’inizio di un ciclo. La vittoria sulla Juve non ha sancito il liberi tutti. Piuttosto ha rinvigorito il bisogno di stare ancora più uniti per alzare l’asticella, cercare nuovi traguardi, inseguire nuovi sogni. Certo, i gioielli della squadra sono desiderati, ambiti, concupiti, tentati. Ma è un’altra fondamentale testimonianza della bontà del lavoro svolto. Non un demone oscuro, nemico del popolo azzurro, ma la forza del mercato potrebbe smembrare un giocattolo montato con pazienza e lungimiranza economica. Ma De Laurentiis ha dimostrato di saper resistere e addirittura contrattaccare. Dire giù le mani del Napoli sarebbe retorica, suonerebbe come piagnisteo. Fare qualcosa di concreto per tenerlo insieme e migliorarlo si può. Il Napoli di quest’anno è uscito dalla Champions tra gli applausi, ha lottato a lungo per i primi posti in serie A e ha chiuso con la Coppa Italia strappata a una Juve mai battuta prima in questa stagione. La domanda conseguente può sembrare ovvia, ma in realtà non lo è: dove potrà arrivare se confermerà i suoi uomini migliori (magari concedendo qualcosa in termini di ingaggio) e spenderà bene i soldi che gli arriveranno dalla cessione di Lavezzi? Mazzarri sa che Milan e Inter sono rivali più abbordabili e che la Juve campione d’Italia non è poi lontanissima. Basta solo crederci, non accontentarsi del tanto che si ha. Ed è questo l’argomento principale, il piatto forte dei prossimi incontri tra il tecnico e De Laurentiis. Il patrimonio fin qui accumulato in termini di risultati ed entusiasmo non va sperperato, ma reinvestito. Napoli, a ragione, si sente grande tra le grandi.Si potranno ammirare, magari anche desiderare, ma nessuno potrà averli. La purezza dei gioielli napoletani non è in discussione, come non è ipotizzabile nemmeno una loro cessione. C’è un’intera città che s’è schierata a difesa del proprio tesoro, che la conquista della Coppa Italia ha reso ancora più prezioso. Napoli milionaria, potremmo dire. Ma anche orgoglio Napoli. La tutela del patrimonio tecnico, dei Cavani, degli Hamsik dovrà essere il punto di partenza di quello che si potrebbe considerare un nuovo ciclo”.
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