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Mimmo Liguoro: “Nello sciamano Cavani ho rivisto la storia del Napoli”

Quando per la terza volta si è smossa la rete interista e il pallone scagliato da Cavani si è adagiato nell’angolo, la strana sensazione si è manifestata. Come un lampo prolungato, una luce improvvisa e forte. La vista del teleschermo trasformata in un vortice di altre immagini, fuori dalla realtà del momento fuggente. Inedita attività dei neuroni, scene del presente con l’abbraccio corale al matador e visioni emergenti dal passato, una serie di lampi veloci e sovrapposti. Nelle pupille, una sequenza senza montaggio. Dentro, una dolce euforia liberatoria.
E ho visto (rivisto) l’atletico Jeppson dribblare e calciare in porta un pallone vincente color cuoio, all’uso di una volta. E dopo una frazione di secondo, ecco Luis Vinicio in volata dal centrocampo all’area e poi in corsa colpire la sfera e spedirla alle spalle del portiere, divenuto statua di sale. Ora il giocatore che prende la mira per un tiro al volo ha le cavigliere bianche sui calzettoni scuri con i bordi azzurri: è Amadei che perfora la rete avversaria, quel giorno juventina. Una frazione di secondo e ancora una saetta parte verso la porta nemica. L’ha lanciata Careca,dopo una velocissima fuga.
Non c’è tempo per farsi domande ,l’apparizione continua. Un attaccante dai lunghi capelli dribbla e tira: ancora un gol da emozione. Chi lo segna è Schwoch, dal piede al fulmicotone, come diceva una volta Niccolò Carosio, radiocronista-principe. Ancora un sospiro di tempo e vedo Mariani, centravanti nascosto nelle nebbioline della dimenticanza. Anche lui si fa largo, calcia e segna. Sento il fragore di applausi e urla felici dal san Paolo.
Fisso il televisore ma ecco ancora scene che si sovrappongono. E’ Altafini che inganna il portiere e segna con un furbo tiro rasoterra. Ed è Sivori che fa volare una ”palombella” capace di superare difensori e custode finale. Pochi secondi e una punizione dal limite affidata a Diego diventa un colpo al cuore della Juventus e una sequenza da antologia.
Ora, sullo schermo compare in primo piano il volto di Cavani, centravanti a tutto campo e figura quasi sciamanica nel foot ball moderno. Il surreale film della memoria sfuma e scompare. Tre gol del centravanti di oggi a una squadra che, sia pure in condizioni poco brillanti, si chiama Inter. Una performance che per una sua propria forza evocativa, affidata a un trascinatore inarrestabile, ha saputo per me far rivivere momenti di questa passione antica e nuova,forse irrazionale ma viva e presente, che si chiama ”Napoli”.

Fonte: Il Napolista.it

La Redazione

M.V.

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