Calcio e scommesse, brutto binomio che da anni avvelena lo svolgimento dello sport piu’ popolare e amato, il gioco del pallone, che nel tenere insieme passione e tecnica, speranze e realtà offre, a un pubblico estesissimo, un nutrimento profondo per l’immaginario personale e di gruppo.
A scadenze ormai sempre più ravvicinate arrivano notizie, voci, supposizioni e racconti che producono ansie e timori nel vasto mondo degli appassionati. E anche sul Napoli aleggiano indiscrezioni e inquietudini in questo finale di stagione già segnato da un epilogo buono ma non proprio trionfale come le attese suggerivano. Si spera, con ragione, che le voci sul percorso degli azzurri restino quel che oggi sono: supposizioni, falsi allarmi, indizi privi di qualsiasi aggancio con la realtà.
La vicenda, tuttavia, fa riflettere su un certo atteggiamento psicologico di tutte le tifoserie: l’idea sottopelle che talvolta risultati negativi, prestazioni scialbe, comportamenti stanchi, “papere” o errori di gioco possano sottintendere qualche concessione malandrina agli avversari. Per non parlare di un altro protagonista degli stadi, l’arbitro, che da tempo immemorabile attira giudizi malevoli quando sbagli o valuti situazioni di gioco in maniera giudicata favorevole agli avversari. Quante “ingiurie” rovesciate dalle gradinate sul capo di coloro che un giorno si chiamavano “giacchette nere” per la divisa che indossavano. Da “venduto” a “cornuto” (un epiteto che dalla impossibile conoscenza concreta del caso singolo divenne giudizio morale astratto e tagliente). La fantasia napoletana ebbe modo anche qui di infiorettare l’ingiuria gridata al vento: “arbitro, tiene cchiu’ corna tu ca ‘nu cato ‘e maruzze…”
Sospetti insondabili o di lunga investigazione, risolti sul campo con un grido o un coro di “indignati”. Poi le impressioni e i cattivi pensieri presero il piglio delle inchieste giudiziarie, con le giuste punizioni per atleti infedeli e società furbastre. Ora siamo di nuovo di fronte a voci e “boatos”. Vedremo, con la speranza che si isolino i corrotti, se ci sono, e la fiducia che il Napoli sia fuori da ogni situazione poco chiara.
Il calcio è già insidiato da molti fattori preoccupanti, che toccano le società, il cosiddetto tifo organizzato,l’interesse per i risultati da parte di ambienti non limpidi e vicini a forme organizzate di malaffare. Bisogna augurarsi che la sua credibilità resti sui parametri giusti, per evitare un viale del tramonto che ci priverebbe di tante emozioni. E che l’idea della “combine” resti confinata nel recinto degli aneddoti colorati, spesso in bilico tra verità e invenzione.
C’è ancora memoria sorridente per l’aneddoto (vero, inventato?) riferito a una lontanissima Napoli-Atalanta : uno stiracchiato 1 a 0 per gli azzurri fino all’89esimo.Al 90 ‘ un flebile pallone passo’ tra le gambe di Casari e fu pareggio.Dal suo posto-su cassetta di legno- a bordo campo,il comandante Lauro sbottò :” chillu turzo ‘e purtiere, s’è vennuto proprio ‘a partita ca io m’ero accattato !…”
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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