Le stagioni calcistiche sono diventate difficili o, almeno, complicate. Le soste si pagano con una raffica di partite in pochi giorni. I club devono sopportarle per le esigenze delle nazionali che impongono le soste e caricano di lavoro i calciatori migliori. Poi c’è lo spezzatino televisivo che però vale una montagna di euro. Così si va a singhiozzo da far dire che anticipi e posticipi falserebbero l’andamento del campionato. Inutile discutere. La realtà è questa e ciascuno faccia i suoi conti. Dopo la sosta per le nazionali, ecco una settimana di tre partite di campionato (si gioca mercoledì). Il Napoli, reduce da due gare casalinghe, deve ora affrontare il “rovescio” del calendario: in sette giorni due volte in trasferta, una volta al San Paolo. Settimana indicativa per le aspettative che circondano la squadra azzurra. Il primo ostacolo, oggi, è la trasferta di Catania, mercoledì sera la Lazio di Petkovic a Fuorigrotta (un match che riguarda il ridotto ventaglio delle formazioni anti-Juve), domenica prossima a Genova contro la Sampdoria di Ciro Ferrara che sarebbe a punteggio pieno con le tre di testa se non fosse frenata da un punto di penalizzazione. In Europa League ha giocato il Napoli-bis per preservare i titolari (De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Maggio, Inler, Pandev, Cavani, in misura minore Hamsik e Zuniga) da far volare in campionato. Le tre partite in sette giorni consiglieranno un leggero turn-over? Dal match con l’Aik indicazioni positive per Vargas, Insigne, Fernandez, Dzemaili. Mazzarri può “muovere” la squadra con avvicendamenti confortanti. Forse saranno opportuni per la terza partita (Sampdoria). Intanto, c’è questo ostacolo alto in Sicilia. A Catania il Napoli ha sempre raccolto poco. Il Napoli di De Laurentiis non ci ha mai vinto: tre sconfitte e due pareggi. Ma ha i tenori e i baritoni freschi e pimpanti per fare il colpo. La difesa del Catania prende due gol a partita. Difficile pensare che Maran schieri un 4-3-3 offensivo offrendo campo al Napoli. Gli tocca infoltire il centrocampo per non andare in inferiorità numerica. Gli basterà avanzare un difensore e arretrare una punta? Il contropiede del Napoli, affinato da un altro anno di affiatamento, con più libertà di azione per Hamsik (partito Lavezzi) e con una maggiore capacità di rubare palla e distendersi immediatamente in profondità, costringerà il Catania ad affrontare il confronto con prudenza. Giocando a viso aperto potrebbe pagare la superiore qualità della squadra azzurra e le “picchiate” dei tre falchi del contropiede. Partita tutta da decifrare sul campo. Ma se il Napoli imporrà la sua personalità (più solida ed evidente quest’anno), ci sono ottime probabilità di successo degli azzurri. Il Catania, irrobustito dalla colonia argentina, è formazione di temperamento. Il tridente offensivo è composto da giocatori maturi e brevilinei, quindi agili e sguscianti: Bergessio (1,79), Barrientos (1,69), Gomez (1,66). La peggiore “razza” per i difensori azzurri che, almeno, non soffriranno nel gioco aereo. Ma attenzione a far fallo davanti ai sedici metri. I calci piazzati abilmente pennellati dal napoletano Lodi (28 anni, 83 gol in carriera) fanno male. Siamo solo all’inizio, ma probabilmente Catania dirà la prima verità sul Napoli anti-Juve e sull’opinione che gli azzurri siano una squadra da trasferta dove possono puntare maggiormente sulle ripartenze. Vorremmo vedere un Napoli padrone del campo e del match per valutarne la definitiva maturità di formazione di vertice. Dal Napoli-bis una lezione esemplare: cinque tiri, quattro gol. Contro il Parma, il Napoli “maggiore” ha segnato tre gol fallendo dodici occasioni. E, soprattutto, non regalare gol agli avversari. Perché se la migliore difesa è l’attacco (come fa la Juve), la migliore difesa è ancora tutta da vedere sotto il magistero di Mazzarri.
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