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Mimmo Carratelli: “Tra delusione e ottimismo parte la sfida alla Vecchia Signora”

Comincia la caccia alla strega, parafrasando l’ultima aggressiva espressione del giovane Agnelli, sempre più duro contro tutti e contro tutto, e contro la Federcalcio più di tutti, che vede la sua Juve perseguitata dalla  giustizia sportiva (caso Conte, assolti però Bonucci e Pepe). La caccia alla strega, lasciando stare i veleni e iniziando il campionato, è la sfida di tre, quattro squadre proprio alla Juventus indicata come gran favorita per lo scudetto. Come potrebbe non esserlo un club che ha speso più di tutti al calciomercato (45,9 milioni)  e ha una “rosa” che consente due, tre soluzioni per ogni ruolo (preme la Champions) pur mancando ancora il top-player per l’attacco. Largo alla Juve, dunque, che continuerà a protestare per un fallo laterale, una  scorrettezza, un fuorigioco e ogni altra ingiustizia di lesa maestà dimenticando ovviamente il gol di Muntari a Milano e la commedia di Pechino. Largo alla Juve che correrà ancora a mille (correrà?) e farà polpette di ogni avversario com’è nel suo ineluttabile destino di squadra padrona con la nobile arroganza di ogni  padrone. Comincerà sabato sera a travolgere il Parma anche senza Buffon e senza il perduto Van Persie perché la strada della vittoria è tracciata e se non andrà come deve andare sarà per una congiura, una persecuzione e per la squalifica di Conte. Pensiamo ai fatti nostri. Il Napoli debutta a Palermo senza Pandev, Zuniga e Dossena, gli squalificati cinesi. Si presenta una grande opportunità per Insigne in coppia con Cavani. Il calciomercato dà qualche sussulto (Cassano, Pazzini). Il Napoli sta alla finestra. L’esterno uruguayano Alvaro Pereira del Porto, che piaceva tanto, è andato all’Inter dove è andato anche Gargano  perché a Napoli avrebbe sofferto la panchina e a Milano in panchina si divertirà. Si insegue il centrocampista cileno Gary Medel del Siviglia, detto pittbull. Sono “scomparsi” tutti i giocatori “strillati” dai giornali, quelli che avrebbero dovuto fare del Napoli un candidato allo scudetto. Scomparsi il difensore  Skrtel del Liverpool, Lassana Diarra del Real Madrid, Ivanovic, Aly Cissokho del Lione, i primi “grandi nomi”, forse anche Armero, mentre si affacciano indiscrezioni sul difensore argentino del Catania Spolli, su Migliaccio del Palermo che è di Mugnano, su Mesto (il nome non induce all’allegria), sulle speranze  sudamericane Uvini (21 anni) difensore brasiliano e Centurion (19 anni) esterno di centrocampo argentino  per il working in progress. C’è un velo di delusione mentre il campionato sta per partire. I conti si faranno a  fine agosto, ma la sensazione è che il Napoli è questo Napoli che abbiamo sotto gli occhi, squadra ben  collaudata, protagonista di un magnifico precampionato, libero da ogni scontento. Affari d’oro con le cessioni dei giocatori presi da Pierpaolo Marino (20 milioni di guadagno sul costo iniziale di Lavezzi, 3,2 su  quello di Gargano). Si discute sul contratto di Cavani con la speranza che non diventi una grana. Senza Cavani, e unico superstite Hamsik, sarebbe veramente la fine di un ciclo. Escluso che si arrivi a far marcire il  Matador in panchina, come il presidente minacciò un mese fa (ma era una battuta, via!) se le richieste del procuratore dell’uruguayano dovessero essere esagerate. In ogni caso, tutti danno il Napoli tra gli sfidanti della Juventus. Qualcosa non quadra fra l’ottimismo esterno e le incertezze interne. Ma deve essere così: il  Napoli è forte e vincerà dimenticando i problemi  in difesa, l’esigenza assoluta di un esterno e le incertezze su Vargas. Perché c’è Mazzarri, il grande motivatore. E Mazzarri finora ha fatto un buon lavoro. Sette squadre giocheranno con cinque centrocampisti, il modulo Mazzarri, a cominciare dal Palermo domenica sera. Ecco un problema (l’ammucchiata a centrocampo) che si aggiunge allo stato pietoso del San Paolo che ha un terreno decisamente “nemico” del gioco del Napoli.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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