Venite tutti a Bologna, è l’invito del Matador. Andiamo tutti a Bologna. Ennesima “finale” azzurra. La Champions nel cuore dei tifosi sognanti, nella testa di Mazzarri e nei piedi di Cavani. Il rendimento dell’uruguayano è strepitoso: 33 gol stagionali l’anno scorso, 32 oggi. Quattro centri consecutivi nelle ultime quattro partite. E la squadra vibra attorno a lui, di nuovo cavallo alato. Il Napoli ha il migliore attacco interno (con Juve e Roma), il secondo migliore attacco in trasferta e in assoluto (dopo il Milan). Maggiore attenzione in difesa (settima del campionato) e il gioco è fatto. Il Bologna, matematicamente salvo in anticipo, giocherà in scioltezza, cioè senza pressione di classifica. E’ il suo vantaggio contro gli azzurri che devono cercare la vittoria ad ogni costo per “tenere” il terzo posto e possibilmente isolarsi (l’Udinese contro il Genoa che lotta per salvarsi e ha De Canio, ex azzurro, in panchina). Se la pressione di un impegno da non fallire non condizionerà il Napoli, si può sperare nel risultato positivo. La partita sta nelle volate degli esterni, Maggio e Zuniga riconquistando la migliore condizione (appannati contro il Palermo). Perché soprattutto Maggio è l’arma non più segreta del Napoli. Se lui va, il Napoli va. Il Bologna schiera sugli esterni di centrocampo due terzini, Garics (azzurro di quattro anni fa) e Morleo, proprio per bloccare le fasce dove la squadra di Mazzarri cerca lo sprint vincente. A centrocampo il maggiore talento degli azzurri (Inler in crescendo) dovrebbe garantire la padronanza della zona. Il “nemico” è uno solo: l’ansia del risultato, con l’orecchio a quanto succede a Udine. Niente assalti, ma squadra equilibrata e compatta. Hamsik un po’ indietro per dare libertà a Pandev di incidere negli ultimi venti metri. Il macedone è già al doppio delle segnature rispetto alle due ultime stagioni nell’Inter. Ha classe ed entusiasmo, sa dare profondità, difende la palla come pochi. Deve anche liberarsene rapidamente, ma solo se i compagni gli danno l’opportunità del passaggio, accompagnandone l’azione, senza lasciarlo battersi contro gli avversari che lo accerchiano. Se Cavani, Hamsik, Maggio si propongono, Pandev sa come aprirgli i corridoi per puntare la porta. Lavezzi in panchina per la terza volta consecutiva, mai successo. Non gioca una partita intera da quattro turni, complice l’infortunio. Qualcuno lo dà in partenza per il Paris Saint-Germain di Ancelotti e Leonardo. Parigi val ben una clausola rescissoria. A Bologna può essere il guastatore di emergenza non dimenticando d’essere sempre un idolo dei tifosi azzurri, disponibile perciò a dare il suo contributo senza remore e bronci. Utilizzato a partita in corso, il Pocho deve dare grinta ed entusiasmo come non è successo contro Roma e Palermo. Potrà ritornare utile Dzemaili. Mazzarri ha ampia manovra con i cambi. Alla fine, il vero trascinatore potrà risultare Hamsik, come nel primo tempo contro il Palermo giocato con grande partecipazione. Discorsi della vigilia che il campo dovrà confermare. Essenziali la concentrazione e la determinazione, entrando in partita dal primo minuto come a Roma. Bloccare al tiro Di Vaio e Diamanti che hanno mira assassina. E volare sulle ali. Aspettiamo buone notizie (si torna a giocare di pomeriggio). Il pubblico bolognese apprezza il bel calcio. Se il Napoli sa esprimerlo, come gli riesce spesso, potrà prendersi anche gli applausi di uno stadio ospitale, non solo i tre punti che servono maledettamente dopo la rincorsa al terzo posto appena compiuta ma non ancora definitiva con due partite da giocare. Dopo Bologna, il Siena al San Paolo, chiusura che richiamerà domenica sera (13 maggio) un pubblico-record per la qualificazione-Champions.
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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