L’ultimo Lecce, imbattuto da sei giornate, quinta migliore formazione del girone di ritorno (22 punti come Lazio e Napoli, due punti più della Roma, otto più dell’Udinese), ha ripreso vigore per salvarsi dopo essersi impantanato in casa con troppi pareggi contro le squadre medio-basse. È il suo ruolino interno (15 punti sui 35 totali) che lo condanna alla zona-rossa. Contro il Napoli giocherà la partita della vita (e della salvezza) avendo a tiro il Genoa (a un punto) e la Fiorentina (a tre). Le condizioni del Genoa, dopo gli incidenti di domenica a Marassi e il nuovo cambio di allenatore, De Canio per Malesani, sono tali da autorizzare il club salentino a sperare nella permanenza in serie A. Il traguardo già passa per un successo sul Napoli (il Genoa giocherà a San Siro contro il Milan). Il sorpasso sui grifoni è all’orizzonte. Che cosa saprà opporre il Napoli a una formazione agguerrita (meritatissimo pareggio in extremis sul campo della Lazio domenica scorsa) e fortemente determinata lo vedremo sul campo. Assente ancora Lavezzi e squalificato Pandev, Mazzarri riproporrà il 3-5-2 sfoderato contro il Novara, modulo speculare a quello leccese con la differenza che Cosmi ha autentici guerrieri a metà campo, un insidioso Cuadrado sulla fascia destra (la corsia di Zuniga e Aronica) e due peperini in attacco, il corteggiatissimo Muriel e il mai domo Di Michele (36 anni), una coppia di brevilinei di quelli che i difensori azzurri, poco agili, patiscono. È un Lecce molto compatto che difende in otto, ma schizza avanti agilmente per colpire. Quanto cuore e forza nelle gambe avrà il Napoli? Entrare subito in partita, allarmare il Lecce sin dalle prime battute, pressing feroce a centrocampo per conquistare palla (si prodighi Inler aiutando Gargano). Si vedrà dalle prime giocate quanto il Napoli sia pronto a questa sfida (la squadra azzurra non vince a Lecce da quasi vent’anni, dai tempi di Fonseca). Non dovrà dare tempo al Lecce di organizzarsi, prendere coraggio e impadronirsi del match. Il Lecce ha raccolto tre pareggi consecutivi e una vittoria (devastando la Roma 4-2) nelle ultime quattro gare casalinghe. Sul suo campo soffre, ma, se attaccato, risponde facendo male. Il Napoli dovrà fare densità a centrocampo col sacrificio a turno dei rientri di Hamsik e Dzemaili (mezzali portate ad attaccare) e mantenere un costante equilibrio senza scoprire la difesa. Dovrà essere in partita “con la testa” oltre che con le gambe. Il traguardo del terzo posto è ancora possibile, ma tra le formazioni in concorrenza per i preliminari di Champions gli azzurri hanno oggi il compito più difficile (Novara-Lazio, Udinese- Inter, Roma-Fiorentina). C’è bisogno di un Napoli al massimo per fare punti a Lecce (il pareggio non serve a nessuna delle due squadre). Cavani è tornato a segnare. Un gol facile-facile e altre due palle-gol battute fuori contro il Novara. Ma è tornato il Matador generoso che soccorre la squadra oltre che a mirare la porta. Però che altri facciano il “lavoro sporco” consentendo all’uruguayano di essere più fresco in zona-gol. Nelle ultime quattro partite il Napoli è andato a segno quattro volte appena. C’è bisogno di un totale ria cura di Italo Cucci sveglio in avanti dopo avere recuperato Maggio e potendo disporre di un Hamsik più vicino all’area avversaria. Servirebbe uno Zuniga più concreto. Dzemaili, visto contro il Novara, assicura una buona penetrazione, ma dovrà pur coprire le “spalle” alla squadra. Inutile fare calcoli e previsioni. Il Lecce morderà l’erba, come si suol dire. Mandare buone notizie da Lecce in Cina dove De Laurentiis, moderno Marco Polo, è andato a scoprire il paese (molto cambiato) di Kublai Khan e dal nuovo Catai ha promesso mirabilie per l’anno prossimo (?). Intanto, il Napoli cerchi di salvare questo finale di stagione.
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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