Mimmo Carratelli: “Senza tossine europee si deve sfatare il tabù Massimino”

D’accordo, l’Aik è stata poca cosa, altro che Juventus di Svezia. Ma il Napoli doveva superare soprattutto l’ostacolo di se stesso. Totalmente inedito per l’Europa League con un mix azzeccato di “anziani” da  panchina e debuttanti. S’è vista la difficoltà d’essere una squadra compatta, ma i singoli hanno offerto un ottimo rendimento ovviando alla formazione tutta nuova. Un altro successo di Mazzarri (e di Frustalupi in panchina, quattro partite, quattro vittorie). Il marchio azzurro è sempre lo stesso, fra campionato ed Europa. Squadre bene attrezzate in avanti, non sicurissime in difesa. La lentezza e la prevedibilità dell’Aik  hanno      contribuito a non fare danni (due sole parate di Rosati). Le attese del calciomercato erano state chiare. Un giocatore di spessore a centrocampo (un cavallone da attacco e difesa), un rinforzo per la difesa  (un centrale di esperienza e carisma che ne potesse essere il leader). In ogni caso, rispetto all’anno scorso, il Napoli ha una “rosa” più competitiva. Mazzarri può giostrare con i cambi. Intanto, molti rincalzi hanno solo  bisogno di giocare per esprimersi meglio, da Mesto a Donadel e Fernandez, allo stesso Gamberini. Il debutto ha tradito El Kaddouri che in fase di filtro ha accusato le difficoltà che aveva il primo Hamsik sulla linea dei mediani. Non trovando la posizione e sbagliando molti tocchi per l’emozione dell’esordio, il ventiduenne belga di origini marocchine è mancato anche in fase offensiva. Ha diritto a una replica. S’è  aspettato tanto Vargas, bisogna aspettare El Kaddouri, pedina fondamentale per l’avvicendamento con Hamsik. La qualificazione ai sedicesimi di Europa League non dovrebbe essere difficile anche con la formazione-bis. La coppia degli attaccanti mignon è incoraggiante. Trovato il primo gol, facendone tre,  Vargas avrà più convinzione. Freddezza e lucidità in zona-gol, doti non comuni. La conferma dovrà venire contro difese meno “superficiali” di quella svedese. Ma conta la fiducia ora che il gol non è più tabù per il  giovane cileno (gran lottatore su ogni pallone). C’è poi l’intesa con Insigne che continua a giocare molto per la squadra. Il campionato riprende con tre partite in una settimana (si giocherà anche mercoledì). Il primo scoglio è appuntito. A Catania il Napoli ha vinto solo due volte in 14 occasioni. Da quando è tornato in serie A, tre “scoppole” e due pareggi. Un altro tabù da abbattere. Gli azzurri cercano la quarta vittoria iniziale  consecutiva (riuscita  sinora solo al Napoli di Maradona nell’87-88 e alla squadra di Sivori e Altafini nel 66-67). Cavani festeggia la centesima partita in maglia azzurra fra campionato e coppe (69 gol). Tre giorni dopo, la Lazio al San Paolo, sfida di vertice. La domenica successiva a Genova contro la Sampdoria di Ciro Ferrara. È una settimana di ferro. Ma c’è un Napoli fresco e pimpante che l’affronta, senza “scorie” europee con sette giocatori risparmiati in Europa League e due che hanno giocato poco contro l’Aik. Catania sarà un banco di prova durissimo. Formazione di gauchos grintosi (sette argentini in campo, altri quattro di rincalzo). Il Napoli ha le armi per puntare al successo pieno se la difesa eviterà distrazioni. Il contropiede,  arma letale azzurra, s’è affinato. Le ripartenze schizzano con maggiore velocità, i punti di riferimento sono precisi, le triangolazioni spettacolari.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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