Ormai li conosciamo bene i gradassi della Bundesliga, li abbiamo visti al San Paolo, palleggiatori sornioni, marcantoni con germanica sicurezza, fiammeggianti al momento giusto, incavolati alla fine per l’autogol di Badstuber, un pareggio che li ha disturbati e ora promettono vendetta all’Allianz Arena, lo stadio delle meraviglie. Andiamola a provare questa “vendetta” del Bayern che sventaglia le sue cifre da mammasantissima: 18 partite quest’anno, 14 vittorie, due pareggi, due sconfitte che saranno state solo due distrazioni, due reati di lesa maestà, e soprattutto 47 gol all’attivo (Gomez 16 volte killer) e appena quattro al passivo.
All’Allianz, in un tempo ormai lontano, a inizio di stagione, passò il Borussia Moenchengladbach (1-0), sfregio solitario allo stadio sponsorizzato dalla grande finanziaria tedesca. Successivamente, vi si sono inginocchiate vittime predestinate, dallo Zurigo (preliminari di Champions) all’Amburgo, al Friburgo (macellato 7-0), al Leverkusen, al Manchester City (2-0), all’Hertha, all’Ingolstadt, al Norimberga. Spazzati via senza lasciare neppure la minima traccia di un gol. Ruolino casalingo del Bayern: 9 gare, 8 vittorie, una sconfitta, 33 gol, uno solo incassato.
Deve tremare il Napoli, scosso da un campionato di tre sconfitte poco “digerite” dalla tifoseria? Mazzarri assicura che la squadra le ha “metabolizzate” ed è pronta a dare il meglio in Champions, questa testarda priorità di De Laurentiis che sta confondendo una intera stagione. Si prevede battaglia e mancheranno due guerrieri, Cannavaro (squalificato) e Gargano (infortunato). Avrà gambe e animo di guerriero chi andrà in campo? Saranno guerrieri il “freddo” Hamsik, lo spaesato Inler, il volenteroso Dzemaili e il ragazzo Fernandez in difesa che, almeno in altezza, pareggia la statura di Mario Gomez?
Ci sono i titolarissimi. Rientra Campagnaro che dovrà mettere all’angolo Ribery. Ci sono i tre tenori. Lavezzi sicuramente con una voglia matta addosso e Cavani rinfrancato dal gol di Catania. Gettiamo il cuore e qualche gol oltre l’ostacolo. Si può girarci attorno come si vuole, ma è un match che il Bayern, squadra-diesel, promette di tenere sotto il suo poderoso controllo.
Quanto dovrà e saprà soffrire il Napoli per non andare sotto e provocare il Bayern con i fuochi d’artificio del Pocho, con le cavalcate del Matador, con i tocchi finalmente ispirati di Marekiaro, con le fughe di Christian Maggio? A centrocampo non sono consentiti piedi di argilla. Nel cuore del campo e del gioco nasce e può morire la partita se il predominio bavarese sarà netto, senza ostacoli, spudoratamente superiore.
Sulle corsie corrono e si rincorrono quattro coppie. A destra Campagnaro e Maggio contro Ribery e Lahm. A sinistra Aronica e Zuniga contro Muller e Boateng. Nel mezzo Schweinsteiger e Tymoshschuk partono da lontano. Chi li prende? Hamsik dovrebbe disturbare in partenza il primo. A chi toccherà il secondo? Forse a Inler, forse a Dzemaili. Ma bisogna pestargli i piedi all’avvio, prima che i due centrocampisti prendano la corsa. Hanno fisico e potenza. In corsa non li prendi più. Devono anche rientrare le punte a rubar palla ai due centrocampisti e a rubarla al difensore che la gioca per primo. Cavani sa sacrificarsi, ma senza esagerare. All’Allianz servono i suoi gol (10 in Europa). E poi c’è Kross che gioca fra le linee. Piomberà su di lui il centrocampista azzurro più arretrato. E che il buon Dio e anche Aronica, dando una mano, assistano Federico Fernandez nel duello con Gomez.
Se la difesa tedesca (a quattro) gioca alta, con i centrali un po’ lenti, un po’ babbasoni, può creare spazi alle ripartenze azzurre fallendo magari il fuorigioco. Ma non saranno imprudenti conoscendo il contropiede del Napoli.
È la quarta partita di Champions nel girone della morte. Il Napoli è imbattuto (come il Bayern), lanciato a cercare gloria dal partitone di Manchester. Là nacque la suprema ambizione di essere protagonisti in Europa. Dal gol di Cavani che fece tremare lo squadrone di Mancini, e poi il 2-0 netto al Villarreal, ombra della bella squadra della passata stagione, infine il pari col Bayern. Ma ora l’Europa chiede di più, chiede l’impresa, chiede la sorpresa che è in fondo al cuore di tutti gli appassionati azzurri.
Si sogna un fantastico 2-2, come nell’epoca di Maradona, ma allora bastava che il pibe invitasse al gol il brasiliano e “Tira-la-bomba” non perdonava. Questo è un altro Bayern, più forte, più sicuro, protagonista assoluto da tredici anni: otto campionati vinti, sei Coppe e una Supercoppa di Germania, tre Coppe di Lega, una Champions nel 2001, una Coppa intercontinentale.
Napoli, non tremare. Gli esperti avvertono: bisogna resistere nei primi venti minuti che è lo spazio di tempo più propizio al Bayern per andare in gol (una squadra che ha fretta?). Ma poi di minuti ne restano settanta, un lungo sentiero cosparso di insidie. E’ una notte profonda, a Monaco di Baviera. È il buio oltre la siepe dei corazzieri tedeschi. Animo, azzurri.
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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