Napoli-Juve, rivalità antica. La Juve fu il primo avversario che il Napoli incontrò quando cominciò il girone unico (Juventus-Napoli 3-2). Inaugurò lo Stadio Ascarelli (23 febbraio 1930: 2-2). Ha inaugurato lo stadio San Paolo (6 dicembre 1959: 2-1 per gli azzurri). Le vittorie azzurre sul campo juventino sono state poche e straordinarie. Il 3-1 del 1957 con Bugatti febbricitante che fece il fenomeno in porta. Negli anni di Maradona il clamoroso 5-3 del 1988. La strepitosa rimonta con Hamsik e Datolo (3-2) del 2009. Col successo dell’anno scorso (3-0, tripletta di Cavani) il Napoli si è portato avanti nel ruolino interno contro i bianconeri: 21 vittorie, 24 pareggi, 20 sconfitte. Nell’album dei ricordi, le due vittorie all’ultimo minuto al Vomero. Il 3-2 del 1952 col gol di Amadei al 90′ e il 4-3 del torneo 1958 con la rete di Bertucco allo scadere del match. Nel 3-2 resta il ricordo di Carlo Parola, famoso per le rovesciate volanti, che al gol di Amadei abbracciò un palo della sua porta quasi in lacrime. La Juve era in vantaggio di 2-0 con le reti di John Hansen e Praest, favorite dalle papere di Casari. Poi il portierone bergamasco impedì a Praest di segnare ancora. Evitò il terzo gol juventino sedendosi letteralmente sul pallone.
Quindi, la rimonta azzurra con le reti di Pesaola, Jeppson e Amadei. Nella domenica vomerese del 4-3, la folla straripò a bordo-campo. Concetto Lo Bello autorizzò la disputa della partita. Fu un match epico. Gol di Vinicio, autorete di Greco, nuovo vantaggio azzurro con Brugola. Nella ripresa pareggiò ancora Stacchini, ma segnò nuovamente Vinicio. La partita non finiva mai. La Juve pareggiò ancora con Montico (deviazione di Pesaola). Ma fu poi il petisso a pennellare il cross vincente cercando la testa di Vinicio. Un difensore bianconero respinse corto e Bertucco, appostato in area, scaraventò il pallone alle spalle di Mattrel. Di quella partita Lauro conservò a lungo nel suo studio alla Flotta una gigantografia e dette a ciascun azzurro un premio di centomila lire. Infine l’1-0 al San Paolo con la stella filante di Maradona nel sette di Tacconi. Punizione dentro l’area, barriera troppo vicina. Pecci incredulo e Diego gli disse: «Toccami il pallone, stai tranquillo». Pecci toccò e il sinistro del pibe fulminò Tacconi, di sale tra i pali.
Fonte: Il Domani dello Sport
La Redazione
M.V.
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