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Mimmo Carratelli: “Napoli implacabile, e il bello è che non ha mollato”

Mezza dozzina di gol azzurri al San Paolo, i fuochi pirotecnici della squadra di Mazzarri. Buon Natale. Superato il record dei cinque gol a Udine, quattro anni fa. Incenerito il Genoa (6-1) nell’ultima partita dell’anno. Riscossa piena. La zona Champions si avvicina a otto punti (erano dieci). Felicità. Doppietta di Cavani (come contro il Lecce). Gol di Hamsik che al Genoa mette sempre dentro un pallone (quattro negli ultimi cinque confronti). E gol di Pandev in serata eccezionale, il gol e due assist decisivi (sono tre le reti del macedone dopo la doppietta alla Juve). Ma, soprattutto, i gol degli sgobboni e degli umili, dei pronti a tutto. Il gol di Gargano, il gol di Zuniga: sono state due fiondate spettacolari.

 

Il Genoa (senza Palacio, il suo leader del gol, senza Kucka e Moretti) è squadra giovane. Ma sei gol non li aveva ancora subiti. Malesani fa appena in tempo a schierare la difesa a cinque (5-3-2), ma è una difesa inesistente, presa in velocità dal Napoli, incenerita nei primi 25 minuti. Maggio e Zuniga l’assillano ai fianchi. Cavani è mobilissimo. Hamsik è in una serata di splendore. Pandev è in partita con una convinzione straordinaria. Ma è tutta la squadra che gira a mille. Inler c’è e Gargano ruba palla e innesta il turbo. Campagnaro viene avanti. Il Genoa è annichilito.

 

La squadra ligure, pronta a difendere in massa, presenta due torri all’attacco (Caracciolo 1,93 e l’argentino Pratto 1,88) che avrebbero dovuto far male sui lunghi lanci della difesa. Ma il Genoa va presto in bambola spietatamente aggredito dal Napoli. Veloso e Seymour, i centrocampisti che dovrebbero proteggere la difesa, fanno poco filtro. Sono presi di infilata da Gargano e Inler cancella dal match Seymour. Veloso è spaesato. Il Genoa cade ripetutamente.

 

Pandev e Zuniga sono i più pronti ad entrare in partita. Maggio scocca i primi cross. La difesa a cinque dei genoani gira a vuoto, lascia ampi spazi in una gara confusa, è sempre piazzata male. Troppo avanti, troppo avventata. Il Napoli è aggressivo, veloce. Pressa e corre. E’ un Napoli fresco di energie che dà spettacolo. Cavani si nuove a tutto campo. E’ una girandola di azzurri che smantellano l’annunciato fortino ligure. Lavezzi, in tribuna, si gode un Napoli mai visto. Il Genoa è una squadra dagli alti e bassi (4 vittorie e 5 sconfitte nelle ultime nove partite).

 

Ecco il lungo cross di Maggio dalla trequarti che Cavani addomestica e trasforma nel primo gol, diagonale preciso in area da sinistra nell’angolo opposto (12′). E’ musica azzurra. Pandev è dappertutto. Serve Hamsik in area e Marekiaro prima si fa rimpallare il tiro da un difensore, poi controlla di destro e infila di sinistro (17′). Doppio kappaò. Il Genoa è stordito, non riesce a organizzarsi. E poiché Pandev è in serata di fuoriclasse qual è, ecco l’assist a Cavani che si concede uno spettacolare “cucchiaio” sull’uscita di Frey e siamo a tre (24′).

 

Il bello è che il Napoli non molla. Vuole proprio strafare, vuole cancellare il ruolino delle ultime sette partite con una sola vittoria e due sconfitte. Gioca con grande determinazione. E il gioco va perché c’è movimento. Gli azzurri si propongono e occupano tutte le zone del campo. Il gol di Jorquera (27′ cross basso di Mesto, velo di Pratto e staffilata in rete del cileno) è un episodio isolato. Pratto impegna con un gran tiro De Sanctis alla mezz’ora e ricomincia la sinfonia azzurra. Inler conclude fuori su tocco all’indietro di Cavani (35′). Il taccuino è ricco di appunti sull’offensiva del Napoli. Pandev ruba palla a Mesto, entra in area e il difensore con un tocco astuto lo mette giù. Rigore non assegnato (38′). Ma non ha importanza perché arriva il poker. Lo merita proprio Pandev che, sul lancio corto di Hamsik, si fa trenta metri di corsa, la difesa genoana è disorientate perché ai lati dei macedone avanzano Gargano e Cavani. In area Pandev molla il tiro che batte Frey (45′).

 

Non è finita perché nella ripresa si ripresenta un Napoli ardente. Sente la serata favorevole, gioca in letizia, il Genoa è uno sparring-partner che non schiva e non colpisce. Malesani lo cambia in continuazione. Passa da un modulo all’altro. Ma il centrocampo ligure fa acqua, Inler si diverte, Gargano è un trottolino, Hamsik è ispirato. Il Napoli potrebbe segnare a ripetizione. Un grandioso assist di Gargano mette Cavani davanti alla porta genoana: conclusione fuori (47′). E allora El Mota fa tutto da solo. Dopo uno scambio con Hamsik fa partire un tiro prodigioso dal vertice sinistro dell’area che si insacca alle spalle di Frey (49′). Un “botto” di fine anno. E ancora Gargano, baciato dalle stelle, inventa un altro assist-gol per Cavani che però batte a lato (59′). Si conteranno, alla fine, quattro palle-gol del Napoli (tre sfuggono al Matador).

 

Quando entra Dzemaili per Gargano (59′) anche lo svizzero si inserisce magnificamente nella danza azzurra andando a cercare il gol (75′ lo frena Frey). Il Napoli è irresistibile, il Genoa non esiste. Il pubblico non infierisce. C’è un gemellaggio storico con i genoani, ma stasera i giocatori napoletani sono autentici fratelli-coltello. Entra Fernandez per Cannavaro (66′), entra Lucarelli per Pandev (77′) perché stasera il palcoscenico deve essere di tutti. E sullo scintillante palcoscenico azzurro Camilo Zuniga, non più l’ultimo moschettiere, attira su di sé l’ultimo fascio di luce. Scambia con Campagnaro a sinistra, disorienta Mesto e Dainelli davanti a lui, indecisi e inebetiti, e quando i due difensori si girano, la “stella filante” del colombiano è finita nella porta di Frey. Sei a uno. Natale, Capodanno e Befana in una sola sera. E lucean le stelle. L’esecuzione del Genoa è stata spietata, ma bellissima.

Fonte: Il Napolista.it

La Redazione

M.V.

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